Otto ordinanze di custodia cautelare (quattro in carcere e altrettante ai domiciliari) sono state eseguite dai carabinieri nell’ambito di una inchiesta che ha portato a scoprire una vasta attività di spaccio, nel territorio tarantino, di droga importata in parte dalla Campania. In soli tre mesi di attività sono stati documentati 67 episodi di smercio di sostanze stupefacenti. Circa due i chilogrammi sequestrati tra hascisc, marijuana e cocaina, con quattro arresti in flagranza di reato e varie denunce a piede libero. L’inchiesta è a carico anche di donne e minori. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip del Tribunale di Taranto Vilma Gilli su richiesta del sostituto procuratore Giovanna Cannarile nei confronti dei tarantini Cosimo Capriulo, 26enne, Luigi Caffio, 23enne, Antonio Simonetti, 31enne, Antonio Saracino, 33enne (tutti in carcere); Anna Blè, 34enne, Emanuele Marilli, 27enne, Giuseppe Grieco, 32enne di Leporano, Gennaro Oriunto, 29enne di Marcianise, in provincia di Caserta (agli arresti domiciliari). Gli arrestati rispondono di concorso nell’attività di spaccio. L’attività d’indagine si è basata su osservazioni, controlli, pedinamenti, perquisizioni e intercettazioni telefoniche, che hanno permesso di scoprire l’esistenza di una rete di spaccio dello stupefacente, composta da gruppi delinquenziali che, pur se con rapporti reciproci d’affari, agivano in modo autonomo nella gestione dello spaccio. Tale mercato della droga si sviluppava nel settore meridionale della città, in particolare nelle borgate di Talsano, Tramontone, Lama e Gandoli. Il mezzo di trasporto più utilizzato per le cessioni era uno scooter Piaggio Liberty. Oriunto si era trasferito a Taranto con la madre dalla Campania, a seguito della detenzione nel carcere di Taranto di suo padre, considerato dagli inquirenti elemento di spicco legato ad organizzazioni camorristiche.