Parte ufficialmente domani pomeriggio il lungo percorso del Pd di Napoli verso le elezioni amministrative di maggio: alle Terme di Agnano c’è l’assemblea del partito con i 400 delegati eletti nell’ultimo congresso provinciale. La vigilia è carica di attese per conoscere quale sarà il percorso: si sceglierà il candidato con le primarie o si convergerà su un candidato di sintesi? L’assemblea ha potere in realtà solo nella seconda ipotesi: se domani, o in una successiva convocazione, venisse proposto un nome votato dal 60% dell’assemblea, la partita si chiuderebbe. Per le primarie, invece, deve decidere la direzione provinciale che, una volta convocata, può stabilirne la data. Difficile quindi che domani arrivino risposte definitive: il partito è diviso tra chi vuole subito indire le primarie per il 7 febbraio e chi cerca il candidato di sintesi. Tra i primi c’è Antonio Bassolino, l’ex primo cittadino ed ex governatore che sui social e negli incontri pubblici sembra già in campagna elettorale. “Traccheggiare sarebbe suicida. Fissare la data delle primarie per Napoli è doveroso e sarebbe politicamente giusto ed anche bello farle assieme a Milano”, ha twittato oggi, il giorno dopo essere stato assolto in uno dei processi in corso per la gestione della crisi dei rifiuti negli anni in cui era governatore. Ma oltre lui, chiede le primarie una larga fetta della sinistra del partito. Altri nomi starebbero scaldando i motori per presentarsi, tra cui il parlamentare Leonardo Impegno, il consigliere regionale Gianluca Daniele, l’ex presidente del partito Graziella Pagano, l’ex sottosegretario Umberto Ranieri, ma c’è anche chi parla di una possibile discesa in campo di Mario Casillo, il più votato alle ultime regionali. C’è però un’altra consistente fetta del Pd che sta cercando un nome forte, non politico, su cui convergere: in prima fila il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, il rettore della Federico II Gaetano Manfredi, il presidente dell’Unione Industriali di Napoli Ambrogio Prezioso. Senza dimenticare Celeste Condorelli, amministratore delegato della clinica Mediterranea, e l’avvocato Claudio Botti. Il dibattito è aperto: “Mi auguro – spiega il segretario provinciale Venanzio Carpentieri che aprirà con la sua relazione – che sia ricco e anche acceso se servirà. Io userò l’opportunità di domani per spazzare via il campo da polemiche, eccessivamente enfatizzate, sul dibattito primarie si o no. Nessuno ha mai voluto porre veti, da parte mia non c’è mai stato nulla di tutto ciò, ma solo la volontà di non limitare la discussione solo all’uso dello strumento primarie, ampliandola al programma e alla coalizione”. Su tutto il percorso aleggia però lo spettro del 2011, quando le primarie si fecero, vennero vinte da Andrea Cozzolino ma poi finirono nella bufera per presunte pattuglie di cinesi al voto e altri presunti brogli. Il flop potrò alla candidatura del prefetto Mario Morcone, che non andò neanche al ballottaggio.

 

 

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