Sarà presentato a Caserta venerdì 6 novembre, alle ore 17,30 nella Biblioteca del Seminario Vescovile, il libro del giornalista Raffaele Sardo, “Don Peppe Diana – Un martire in terra di camorra”. Attraverso un dialogo immaginario tra don Peppe Diana e il papà Gennaro, morto nel 2011, il libro di Sardo riassume i fatti accaduti dopo l’uccisione del sacerdote, avvenuta il 19 marzo del 1994. Padre e figlio si incontrano in paradiso. Ed è qui che don Diana chiede al genitore di raccontargli cosa è accaduto a Casal di Principe dopo la sua morte. All’incontro, moderato da Piero Rossano, giornalista del Corriere del Mezzogiorno, parteciperà la docente e scrittrice Marilena Lucente, il vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D’Alise, il vescovo emerito, Raffaele Nogaro, il direttore della Biblioteca del Seminario, don Nicola Lombardi, familiari di don Giuseppe Diana e di altre vittime innocenti della criminalità, suor Rita Giaretta. L’iniziativa, patrocinata dall’Istituto Superiore di Scienze religiose “San Pietro” di Caserta e da Libera (presidio di Caserta), vedrà anche la presenza di studenti e insegnanti dei tre licei cittadini “Diaz”, “Giannone” e “Manzoni”. “E’ un libro appassionante” scrive il magistrato Gian Carlo Caselli nella prefazione al volume edito da Di Girolamo. “Una storia suggestiva e drammatica: di coraggio, impegno e sacrificio. […] Don Diana credeva nel principio che denunzia e prassi […] devono andare nella stessa direzione e che questa deve essere riconoscibile. Perché denunziare l’immoralità e il clientelismo, e nello stesso tempo servirsene come chiunque altro, vuol dire aiutare la mafia, la sua cultura, il suo potere”. “[…] La morte di don Diana – scrive ancora Caselli nella prefazione – segna una stagione di troppi silenzi, troppi ritardi, troppe paure e collusioni – anche della Chiesa – di fronte alla mafia. Se una nuova coscienza ha poi cominciato a nascere – pure nei cristiani – è anche grazie a testimonianze come quelle di don Diana. Questo libro ne scolpisce assai bene la memoria. E sarà ancor più utile se servirà a far sì che questo barlume, questo inizio di nuova coscienza non si affievolisca, ma anzi si consolidi e si espanda”.