Il modo, oserei dire lo stile con cui si affronta una campagna elettorale, la dice lunga sui contendenti alle poltrone di palazzo Castropignano. La politica è arte nobile e difficile, così la definiva Don Tonino Bello, è per molti ma non per tutti, quando poi si ha anche l’onere di amministrare una Città sull’orlo del disastro economico e sociale, l’impresa diventa ancor più ardua, ma non impossibile. Purtroppo, chi ha governato Caserta negli ultimi anni ha fallito, per questo motivo ho deciso insieme ad altri consiglieri comunali di staccare la spina ed affidare la Città nelle mani di una gestione commissariale che la traghetti fino al prossimo appuntamento elettorale. Per quanto mi riguarda, mi sento ampiamente garantito dal Commissario Prefettizio S.E. Maria Grazia Nicolò, che con il suo eccellente lavoro sta dando una raddrizzata necessaria al nostro comune. Anzi, considerato che un po’ tutti si sono avventurati in suggerimenti o richieste su quello che dovrebbe essere l’andamento amministrativo dell’Ente, non ultima la proposta proprio da parte dei “movimentisti” dei cinque stelle di accelerare l’approvazione del PUC, anche il sottoscritto, da ex amministratore, si permette di lanciare un’istanza informale proprio a Sua Eccellenza, su di un tema scottante: quello delle gare, affidamenti e appalti. Approfittando della presenza del Prefetto Nicolò a capo dell’amministrazione comunale, figura di ampia garanzia di legalità e trasparenza, si potrebbero indire e pubblicizzare tutte le gare di appalto previste almeno per i prossimi due anni, affidandone l’espletamento alla Stazione Unica Appaltante. Tale attività, forse avviata in maniera precoce ed inusuale, tiene conto dei tempi biblici della S.U.A. e garantirebbe di fatto una migliore continuità amministrativa, scevra da ogni retro pensiero proprio perché avviata in un periodo di vacatio politica. Al di là della mia proposta al Commissario Prefettizio, al quale rinnovo la mia stima personale, devo però constatare che c’è un clima maccartista in città, è in corso un attacco al palazzo Castropignano simile a quello di Fort Alamo, da parte di quei “politici new age” che attraverso i mezzi di informazione ed i social network sferrano incursioni mediatiche atte a screditare chi ha fatto parte dell’ultima amministrazione, senza fare distinzioni di sorta, facendo di tutt’erba un fascio, nel tentativo di applicare su ognuno degli amministratori una infamante lettera scarlatta. Movimenti e associazioni, al grido di “via la vecchia politica dal Comune”, che è diventato il loro leitmotiv o slogan elettorale, cavalcando la più demagogica e populista cordata elettorale della storia, stanno cercando di approfittare di un vuoto politico creatosi, almeno in apparenza. Ma siamo poi così sicuri che i candidati o i promotori di questi nuovi soggetti politici o di movimenti, che in realtà sono dei veri partiti a tutto tondo, siano poi così vergini sotto il profilo politico?
Analizzando il loro “curriculum”, basta fare un giro su Google, salterà fuori che quasi tutti i leader civici hanno già avuto esperienze politiche, quali candidati proprio nelle liste di quei politici che loro adesso aborrano, qualcun altro ha lasciato le impronte del proprio addome sui marciapiedi casertani per l’impegno profuso nelle ultime elezioni, facendosi carico di una delle più intense campagne elettorali “pancia a terra” che si ricordi dall’epoca Santonastasiana, per non parlare poi dei novelli Richelieu che vantano passati da amministratori e che fanno dell’ombra il loro habitat ideale. Che sia la riscossa dei “trombati” o dei “riciclati”? Della serie o adesso o mai più? Ma credete che i casertani siano così stupidi? Siete convinti che a Caserta non ci si conosca tutti, che non si conosca la storia di ognuno e del proprio albero genealogico? Io ne sono ampiamente convinto, come sono convinto che alla fine sono i fatti che contano. Come un fatto che io sono uno di quei quattordici che ha mandato a casa il Sindaco e la sua maggioranza, rinunciando volentieri a sedici mesi di scranno consiliare, alle lusinghe del ruolo, solo perché convinto che quella esperienza amministrativa dovesse finire per il bene della Città. E questo è un fatto inequivocabile, indubitabile e certo! Credo nell’apporto della società civile nella vita politica, anzi è indispensabile avvicinare la gente comune ai temi della politica, ma senza scivolare nei luoghi comuni e giocandosi la carta dell’antipolitica. Chi fomenta l’antipolitica, sembra quasi che agisca in maniera premeditata per disamorare l’elettorato al fine di garantire i pochi. E’ necessario, invece, amplificare il senso di fiducia nelle istituzioni, recuperando il senso del ruolo di rappresentanza dell’amministratore, che ultimamente invece sembrerebbe relegato più ad ruolo da personaggio di avanspettacolo. Da sportivo e rugbista richiamo tutti d’ora in poi al rispetto degli avversari, anche politici, vedrete che la competizione ne guadagnerà!
Edgardo Ursomando
(Ex consigliere comunale di Caserta)