Beni per un valore di 34 milioni di euro, tra terreni e immobili, sono stati sequestrati dai carabinieri del Ros nel corso dell’operazione Azimut. La magistratura ha disposto anche il sequestro di una cava alle falde del monte Petrino, nel territorio di Mondragone, gestita da esponenti del clan dei Casalesi, all’interno della quale erano stati versati rifiuti tossici tra cui l’amianto. I carabinieri dei Ros, inoltre, grazie a una intercettazione ambientale con una cimice nell’auto di uno delle persone arrestate, hanno scoperto il rapimento di due figli minorenni di uno degli affiliati al clan per costringerlo a non collaborare con la giustizia. I due bambini, di 6 e 12 anni, figli di Massimo Alfiero, sarebbero stati rapiti da Renato Reccia (arrestato oggi) e dalla figlia. Indagini per accertare se i bimbi sono stati rilasciati e se abbiano subito violenze. Massimo Alfiero, esponente di spicco del clan dei Casalesi e sicario dell’ala stragista capeggiata da Giuseppe Setola, condannato in via definitiva per alcuni dei più efferati delitti che nel 2008 insanguinarono il Casertano, aveva deciso nel 2013 di pentirsi, tanto da rivelare agli inquirenti dettagli rilevanti dell’omicidio dell’imprenditore Domenico Noviello. Poi, dopo un colloquio in carcere con la moglie, ritrattò tutto repentinamente. La circostanza emerse proprio durante il processo per l’omicidio di Noviello, che Alfiero trucidò personalmente con 22 colpi di pistola. Fu il pm della Dda di Napoli Alessandro Milita a raccontare dell’iniziale collaborazione di Alfiero, che ammise le sue responsabilità in ordine del delitto Noviello, fornendo indicazioni decisive per ricostruire la composizione del gruppo di fuoco e la dinamica dell’assassinio. Quello che non si sapeva era che i figli di Alfiero erano stati sequestrati affinchè lui recedesse dalla volontà di collaborare; cosa che poi effettivamente avvenne. Alfiero è stato poi condannato a 30 anni, nonostante il suo avvocato, in Cassazione, avesse provato ad ottenere uno sconto di pena in considerazione dell’iniziale collaborazione. “Se la Corte avesse accolto la sua richiesta per me e i miei familiari sarebbero stato un duro colpo – disse in quella circostanza Mimma Noviello, figlia dell’imprenditore ucciso – queste persone devono pagare tutto”.
TUTTI I NOMI DEGLI ARRESTATI
Baldascini Antonio
Borrata Salvatore
Borrata Vincenzo
Bortone Andrea
Cristiano Aldo
Della Corte Vincenzo
Delal Valle Tommaso
Di Leone Americo
Di Meo Carlo
Gallo Vincenzo
Iaiunese Carmine
Iovine Giuseppe
Panaro Nicola
Patalano Antonio
Reccia Renato
Schiavone Carmine
Schiavone Francesco
Sorrentino Gennaro
Vellucci Giuseppe