Nasce da un’inchiesta dell’Antimafia di Napoli sui rapporti tra camorra, politica e gli affari nel settore della sanità in Campania l’indagine della procura di Roma che ha portato al coinvolgimento, tra gli altri, del governatore Vincenzo De Luca e di un magistrato del Tribunale civile partenopeo, il giudice Anna Scognamiglio. L’inchiesta – condotta dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Henry John Woodcock ed Enrica Parascandalo e dai procuratori aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli – è in una fase cruciale e, in attesa degli sviluppi che potrebbero essere assai eclatanti, è coperta da uno stretto riserbo. Le indagini si fondano anche su numerose intercettazioni ambientali e telefoniche, in alcune delle quali emerse la presunta iniziativa illecita di Guglielmo Manna, avvocato con un incarico dirigenziale dell’ospedale Santobono, e marito di Anna Scognamiglio, uno dei tre giudici del collegio del Tribunale civile chiamato a pronunciarsi sul ricorso di De Luca per la sospensione degli effetti della legge Severino. Manna avrebbe prospettato una decisione sfavorevole a De Luca e avrebbe sostenuto di poter influire sulla decisione in senso positivo per il Governatore chiedendo per sé un importante incarico da parte della Regione. A essere intercettato, in quanto indagato nell’inchiesta della Dda di Napoli, sarebbe stato proprio Manna. Quando emerse il coinvolgimento di un magistrato del Tribunale di Napoli i pm trasmisero gli atti alla procura di Roma – competente a indagare sui giudici del distretto partenopeo – trattenendo il fascicolo principale.
Home Primo Piano Primo Piano Procura Napoli indagava su clan e sanità, poi l’intercettazione di Manna