“I rapporti con mio marito erano tali da rendere inipotizzabile che io abbia potuto disattendere i più elementari doveri di magistrato per favorire la carriera di un uomo che non amo e che ha ferito la mia dignità”: lo scrive il giudice Anna Scognamiglio in una memoria difensiva di dieci pagine inviata al Csm . “Poiché la decisione su De Luca era praticamente scontata e tale fatto era ben noto a tutti, e in particolare anche ai legali di De Luca, qualsiasi tentativo di induzione nei suoi confronti sarebbe stato addirittura puerile, da parte di chiunque, certamente a mia insaputa, lo avesse posto in essere” Le bozze del file del provvedimento sul governatore De Luca “erano sul computer di casa, aperto e senza password”, e il computer “veniva usato anche da mio marito”. Il magistrato riferisce di aver anche discusso le relative questioni di diritto “da un punto di vista tecnico” con il marito, in quanto esperto di diritto amministrativo, ma ribadisce di essere “completamente estranea” ai fatti che le vengono addebitati. “Chiedo di essere interrogata e sono a disposizione dell’autorità giudiziaria” in “pieno spirito di collaborazione”. Scognamiglio, infine, annuncia anche che presenterà domanda di astensione quando il fascicolo sul governatore De Luca tornerà al tribunale di Napoli, dopo la pronuncia della Corte Costituzionale.

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