Il “caso Caserta” finisce sulla scrivania dei vertici nazionali del Pd. Lo ha deciso la segreteria regionale all’indomani delle dimissioni di Raffaele Vitale ufficializzate nella direzione provinciale di domenica scorsa. L’obiettivo è cercare di riportare le diverse anime dem sulla strada della pacificazione. Un’impresa impossibile stando a quanto accaduto proprio in direzione. Sono volate parole grosse. Si è arrivati quasi alle mani. Il varo dei bilanci 2013 e 2014 ha scatenato la sommossa del fronte anti-Vitale con l’approvazione di mozioni: una contro il bilancio, l’altra per chiedere il deferimento alla commissione di garanzia e le dimissioni del presidente Vincenzo Cappello. E’ impensabile andare avanti così soprattutto in vista delle elezioni comunali in quasi tutti i grandi centri casertani. Da qui la decisione della segreteria regionale di passare la palla a Roma. L’organismo guidato da Assunta Tartaglione ha anche stabilito l’affidamento a una società esterna di revisione la valutazione dei bilanci accogliendo di fatto la mozione degli antivitaliani letta durante la direzione da Silvio Sasso. Il nodo principale però resta quello politico. Come condurre il partito fuori dal guado? Lo statuto prevede la convocazione dell’assemblea provinciale per prendere atto delle dimissioni del segretario e eleggere, se ci sarà la maggioranza più uno dei componenti (151 voti), il successore di Vitale. Ma c’è chi gioca sporco. Pina Picierno dice una cosa e ne fa un’altra. Il suo opportunismo politico è genetico. Ce l’ha nel sangue. Altrimenti non avrebbe mai fatto carriera. E quindi ai leader degli ormai ex dissidenti assicura il suo sostegno all’elezione di un nuovo segretario. Mentre sotto banco sta lavorando per il commissariamento del partito nella speranza di ritagliarsi (piagnucolando a Roma) un ruolo da protagonista nella fase di transizione fino al congresso provinciale. Intanto per domani è in programma una riunione tra Giovani Turchi, Riformisti, pittelliani, caputiani e area Oliviero. Saranno concordate le prossime mosse. Ma soprattutto si cercherà di capire se veramente tutti stanno giocando a carte scoperte. Ogni riferimento alla Picierno è puramente voluto.

Mario De Michele

 

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