Che il fronte dei dissidenti, ora ex, fosse compatto solo per buttare dalla torre il segretario provinciale lo avrebbe compreso anche un bambino. E non è un caso se senza il “collante” Vitale la squadra composta da Riformisti, pittelliani, area Oliviero, caputiani e Giovani turchi mostra già evidenti crepe. Potremmo dire che si è già praticamente sgretolato. Le prime chiare avvisaglie dell’imminente crollo del muro anti-Vitale sono arrivate ieri. Al tavolo degli ex dissidenti, convocato in gran segreto (come sempre), una sedia, quella di Peppe Roseto, era vuota. Un’assenza prevista? Comunicata in anticipo? Dovuta ad altri impegni? Macché. Il braccio destro di Nicola Caputo si è rifiutato di partecipare alla riunione. Perché? Semplice: i caputiani si sono stufati dei giochetti più o meno sporchi delle altre componenti. All’indomani delle dimissioni di Vitale (in verità anche prima) si sono susseguiti una serie di incontri “trasversali”. Dario Abbate ha incontrato Stefano Graziano. Gli emissari di Carlo Marino sondato il terreno con diversi tête-à-tête con Franco De Michele. E l’altro ieri lo stesso Marino ha cenato con De Michele (Tresca segretario?). Per non parlare delle incessanti manovre sottobanco (sopra il banco non gioca mai) di Giovanni Cusano con Luigi Munno e Pasquale Di Biasio. Sempre Cusano si è visto in più di un’occasione in compagnia di Abbate. Insomma, al confronto il gioco delle tre carte è meno ingannevole. Ma ora Caputo e company si sono rotti le scatole. E non solo quelle. Da qui lo strappo di Roseto che ha deciso di non partecipare più a riunioni in cui si dice una cosa, se ne pensa un’altra, e se ne fa un’altra ancora. Fino a quando le altre anime ex dissidenti non vuoteranno il sacco i caputiani si tirano fuori dalla mischia. E dicono basta alle posizioni double face degli alleati(?) di partito. Del resto hanno i numeri per svolgere un ruolo determinante nell’elezione del nuovo segretario. E li vogliono giustamente far pesare. Ma soprattutto non assisteranno inermi ai mirabolanti giochi di prestigio di maghi abituati a fare brutti scherzi. Nella riunione di ieri c’è stato un altro colpo a sorpresa. Abbate ha proposto Lucia Esposito alla giuda del partito (mossa concordata con Cusano). Ovviamente il pittelliano Carlo Scatozza è andato in brodo di giuggiole. Mentre gli altri non hanno fiatato. Hanno detto “cip”. Ma ognuno ha già il proprio asso (truccato?) nella manica per cercare di vincere la partita della segreteria. Altra mano. Altre carte. Altri bluff.
Mario De Michele