Ha sostenuto di aver consegnato, attraverso un intermediario, 25mila euro in contanti all’ex senatore del Pd Lorenzo Diana per ottenere ”una copertura istituzionale” garantita dal fatto che il parlamentare era ”il soggetto politico di riferimento sul fronte antimafia”.

Le dichiarazioni dell’imprenditore Sergio Orsi (fratello di Michele Orsi, ucciso dalla camorra), in passato colluso con il clan dei Casalesi e da tempo collaboratore di giustizia, sono state depositate dai magistrati della Dda di Napoli (il procuratore aggiunto Borrelli, e i sostituuti Maresca, Giordano e Landolfi) agli atti dell’inchiesta in cui Diana risulta indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Orsi ha affermato che i rapporti con Diana si intensificarono nel 2004­2005 (tra i due vi sarebbe stato un ”rapporto di vera e propria collaborazione”). Su richiesta dell’esponente politico, Orsi si sarebbe impegnato per la campagna di tesseramento del Pd. Diana avrebbe anche chiesto di ”nominare suoi uomini nel consiglio di amministrazione” della azienda di Orsi. L’imprenditore ha sostenuto di aver dato 25mila euro in una busta a un intermediario che li avrebbe consegnati a Diana per ”spese elettorali e di rappresentanza”. A Diana avrebbe chiesto ”una copertura istituzionale” verso l’Antimafia e la procura di Napoli, in quanto preoccupato a causa delle indagini sulla contiguità con la criminalità organizzata, Diana ­ ha sostenuto Orsi ­ era ”il soggetto politico di riferimento sul fronte antimafia”. Durante un incontro gli ”rappresentò problemi per le certificazioni antimafia, e Diana ”disse espressamente ‘me la vedo io’, battendosi il petto”.

 

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