Con la richiesta di rinvio a giudizio per i 15 indagati accusati a vario titolo della morte di 40 persone che il 28 luglio 2013 persero la vita precipitando a bordo di un bus dal viadotto “Acqualonga” dell’A16 Napoli-Canosa, in territorio di Monteforte Irpino (Avellino), si è conclusa ad Avellino l’udienza preliminare presieduta dal Gup del tribunale irpino, Gianfrancesco Fiore. La prossima udienza, nella quale cominceranno gli interventi delle parti civili e degli indagati, è stata fissata per il 14 gennaio prossimo. La requisitoria della pubblica accusa, durata due ore e mezzo, ha visto alternarsi i pm Cecilia Annecchini e Adriano del Bene, alla presenza del Procuratore capo, Rosario Cantelmo. La richiesta di rinvio a giudizio, per reati che vanno dall’ omicidio colposo plurimo al disastro colposo, dal falso in atto pubblico all’omissione in atti di ufficio, è stata motivata dai pm sulla base degli elementi emersi dalle indagini che la Procura, a partire dai giorni immediatamente successivi alla sciagura stradale, ha affidato a Polizia stradale e consulenti di ufficio. Momenti di particolare emozione e tensione si sono registrati nell’aula, ricavata all’interno del complesso monumentale del Carcere Borbonico, quando è stato proiettato il filmato, realizzato in 3D, che ha ricostruito le varie fasi dell’ incidente fino all’abbattimento delle barriere protettive e alla caduta nel vuoto del bus. Nell’udienza di oggi, prima della requisitoria dei pm, il Gup, su richiesta delle parti offese, ha autorizzato la costituzione, come responsabili civili, della società Autostrade spa e di Reale Mutua Assicurazioni.