Ha risposto al Gip rigettando ogni addebito Michele Griffo, il sindaco di Trentola Ducenta (sospeso dalla carica, ndr) finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Napoli sui condizionamenti del clan Zagaria nell’attività del comune casertano. L’interrogatorio di garanzia – presente il gip Federica Colucci – è durato circa tre ore e mezza. Griffo, accusato di concorso esterno in associazione camorristica e difeso dall’avvocato Francesco Picca, si è costituito sabato scorso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) ponendo fine alla breve latitanza iniziata il 10 dicembre quando sfuggì al blitz della Squadra Mobile di Caserta e del Ros dei Carabinieri. “Non ho mai avuto contatti né ho ricevuto richieste nel corso della mia attività amministrativa da qualcuno dei collaboratori di giustizia del clan dei Casalesi che mi ha accusato, né con altri esponenti del clan, compreso Michele Zagaria” ha precisato Griffo, che poi, in riferimento all’ex boss oggi pentito Antonio Iovine, ha spiegato che i suoi rapporti con Iovine si sono limitati a forti contrasti culminati con un’aggressione dell’ex boss al sindaco che poi lo denunciò. Griffo ha inoltre parlato delle concessioni relative al centro commerciale di Trentola Jambo, sequestrato dalla magistratura in quanto ritenuto “la cassaforte del clan Zagaria”, contestando la ricostruzione della procura, secondo cui Griffo sarebbe stato a completa disposizione del clan nel rilascio delle licenze edilizie che hanno poi trasformato la struttura in un vero gigante della grande distribuzione. Griffo ha poi fornito particolari rilevanti sulla sua fuga durata una settimana, su cui la Procura partenopea ha aperto un’inchiesta per verificare chi possa aver avvisato il sindaco e gli altri indagati – uno solo ancora latitante – sfuggiti al primo blitz delle forze dell’ordine; al momento, si apprende da fonti vicine agli inquirenti, non dovrebbero esserci persone indagate ma il fascicolo è ancora a carico di ignoti.