Sul cocuzzolo del Kilimangiaro, il monte più alto del Continente Nero, a 5895 metri, sventolerà la bandiera della pizza fritta, quella della Masardona di Enzo Piccirillo, affiancata dal vessillo di Monte di Procida. Un pezzo eccellente di Napoli in un abbinamento che può sembrare insolito, ma che nasce nel segno della pace. L’idea è della Scuola Namastè di Frosinone che ha organizzato una spedizione extraeuropea per lanciare un messaggio di vicinanza e solidarietà tra i popoli. Claudio Mastronicola, il capospedizione, guiderà sulla mitica montagna un gruppo di undici alpinisti del quale fanno parte anche due napoletani, anzi due montesi: Luigi Pugliese e Oksana Berezyk, un’ucraina cresciuta nei Campi flegrei e ormai più napoletana dei napoletani. Enzo Piccirillo, con i figli Cristiano e Salvatore, è naturalmente entusiasta, ma come sempre non si lascia suggestionare dal successo e proprio in questi giorni lavora a ritmo serrato nella ormai celebre e antica friggitoria delle Case Nuove. Secondo il programma, gli scalatori si fermeranno anche al bordo del cratere Stella Point (metri 5750) per assistere alla prima alba del nuovo anno, con il sole che sorge sulla sottostante savana. «La nostra spedizione» spiega Mastronicola «vuole, attraverso un’eccellenza napoletana, rivolgere un augurio che parli di pace tra i popoli di tutte le razze e di ogni fede religiosa». Un impegno ambizioso per la semplice pizza fritta, ma la potenza di certi simboli può scatenare effetti ignoti.

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