Ventisei inviti a dedurre, per un danno erariale di circa due milioni di euro, e sequestri nei confronti di 8 persone fisiche e due giuridiche per 1,8 milioni di euro sono stati notificati oggi dalla Guardia di Finanza. Le indagini riguardano 60 progetti per 1,3 milioni finanziati negli scorsi anni dalla Camera di Commercio di Napoli con fondi pubblici ma, secondo la Corte dei Conti, mai realizzati. Tra le persone coinvolte – dell’indagine riferisce oggi l’edizione napoletana di Repubblica – in quella che è stata definita dal procuratore generale della Corte dei Conti della Campania, Tommaso Cottone, ”una vera e propria Parentopoli”, Pietro Russo, presidente Confcommercio Napoli, un componente della giunta della Camera di Commercio, Vincenzo Longobardi e l’ex presidente della Camera di Commercio di Napoli (attualmente commissariata), Maurizio Maddaloni, a cui viene contestato l’omesso controllo. Secondo quanto è emerso nel corso delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Napoli, i cui risultati sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa dal procuratore regionale della Corte dei Conti della Campania, Tommaso Cottone, la quasi totalità dei finanziamenti concessi per i progetti al centro dell’inchiesta – formalmente assegnati dalla Camera di Commercio per lo svolgimento di corsi di formazione per la pubblicazione di libri e anche per l’organizzazione di iniziative di natura benefica – sono stati invece dirottati verso società di proprietà o riconducibili a coloro che sono accusati del danno erariale. Durante l’incontro con i giornalisti è stato evidenziato che il sistema messo in piedi è stato portato a termine approfittando dell’assoluta assenza dei controlli da parte delle strutture competenti della Camera di Commercio. Il procuratore generale ha voluto sottolineare il conflitto di interesse emerso in particolare per uno dei componenti della giunta della Camera di Commercio, Vincenzo Longobardi, che agevolava – è stato detto – l’assegnazione dei fondi a progetti presentati da aziende riconducibili a suoi parenti. Per agevolare la presenza di propri rappresentanti all’interno del consiglio della Camera di Commercio e quindi, successivamente, anche nella giunta un’associazione di imprese, Uninmpresa, vantava 9.600 affiliati che invece, dalle indagini della Guardia di Finanza attraverso il database dell’Inps, ha appurato essere invece solo 800. I sostituti procuratori della Corte dei Conti della Campania, Chiara Vetro, e Ferruccio Capalbo, hanno analizzato mail dalle quali emergeva l’entità della spartizione dei fondi.

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