I carabinieri di Santa Maria Capua Vetere , coordinati dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, stanno eseguendo un ordine di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 indagati, ritenuti responsabili di porto in luogo pubblico di arma da fuoco, con l’aggravante del metodo mafioso.
L’indagine, condotta dal mese di settembre 2013 a gennaio 2015, riguarda la faida tra le famiglie criminali Fava e Bellagiò, legate al clan dei Casalesi e al clan Belforte, per il controllo dei traffici illeciti nelle piazze di spaccio di santa Maria Capua Vetere, e comuni vicini. Ha consentito, tra l’altro, di far luce sulle intimidazioni armate poste in essere dai destinatari dell’odierno provvedimento cautelare.
Sono tutti dipendenti della ditta DHI, finita nei giorni scorsi nell’inchiesta su appalti e tangenti che ha portato all’arresto del sindaco di Maddaloni Rosa De Lucia , i tre uomini arrestati stamattina dai carabinieri in quanto ritenuti coinvolti in una faida tra gruppi camorristici per il controllo delle piazze di spaccio a Santa Maria Capua Vetere e comuni limitrofi. Lunedì scorso, nell’ambito dell’inchiesta sul Comune di Maddaloni, in carcere è finito anche il titolare della DHI, l’imprenditore Alberto Di Nardi, che avrebbe pagato ingenti tangenti al sindaco De Lucia, per assicurarsi l’appalto per la raccolta dei rifiuti. Le tre persone arrestate oggi sono ritenute coinvolte in episodi di intimidazione armate messe a segno per conto del gruppo camorristico Del Gaudio, detti ‘i Bellagiò’: si tratta dei fratelli Tommaso e Fabio Del Gaudio, 47 e 35 anni, e di Luciano Formisano, di 48 anni.












