Sei anni di reclusione (di cui tre indultati) e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per peculato e tentata truffa. Questo il verdetto con il quale il Tribunale di Avellino ha condannato il consigliere regionale Carlo Iannace, eletto nella lista “De Luca Presidente”, al termine del processo di primo grado nato dall’inchiesta, del 2011, su una serie di gravi irregolarità su ricoveri e interventi di chirurgia estetica spacciati, secondo l’accusa, per interventi oncologici, operazioni eseguite nell’Azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino dove Iannace svolgeva la mansione di responsabile dell’unita’ senologica. Dalle indagini della Guardia di Finanza emerse che interventi estetici e di chirurgia plastica, come mastoplastiche e liposuzioni, venivano trasformati in neoplasie gravi attraverso la falsificazione della documentazione. Il dibattimento è durato un anno e mezzo. L’accusa, rappresentata dal procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo, aveva chiesto per Iannace la condanna a otto anni di reclusione. Tra gli imputati condannati, alla stessa pena di Iannace, anche Francesco Caracciolo, ex primario di chirurgia dello stesso ospedale. La sentenza è stata letta poco prima delle 18 dal presidente del Tribunale di Avellino, Michele Rescigno, che ha presieduto il collegio giudicante composto dai magistrati Paolo Cassano e Sonia Matarazzo. “La condanna  a sei anni del consigliere regionale  Carlo Iannace, eletto nella lista ‘De Luca Presidente’ e tra l’altro membro della Commissione Anticamorra, getta un’altra ombra sul  Consiglio regionale della Campania”. Così il commento di Valeria Ciarambino, capogruppo al Consiglio regionale della Campania del Movimento 5 Stelle. “Confidiamo che il Tribunale trasmetta al più presto  gli atti alla Prefettura di Napoli per la sospensione secondo legge Severino di Iannace visto che è stato anche interdetto per 5 anni dai pubblici uffici”. Sulla stessa linea Vincenzo Viglione, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Anticamorra di cui fa parte anche lo stesso Iannace. “Non si fa in tempo a mettere in cantiere delle iniziative volte al ripristino della legalità – sottolinea – che  ci tocca registrare la condanna di un membro della Commissione Anticamorra per reati che se confermati risultano gravissimi e rischiano di danneggiare le istituzioni che rappresentiamo”.

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