Caro Mario De Michele, in riferimento al tuo articolo (clicca qui per leggerlo, ndr), penso sinceramente che ti sia stato suggerito da politici squallidi e vergognosi, visto le falsità al suo interno. Ti preciso che il mio incarico nel collegio sindacale della GMC e quello di Gatto Francesco nel Consiglio di Amministrazione della stessa, ci fu dato da Angelo Brancaccio in quanto amico e compagno di partito di Mario Gatto. Ricordo che erano le elezioni regionali del 2005, io non conoscevo né Angelo Brancaccio ne l’esistenza della GMC. Angelo Brancaccio mi fu presentato da Mario Gatto a casa sua, dove fui invitato per chiedermi di sostenerlo in quanto candidato al Consiglio Regionale della Campania in quota DS. L’ho rivisto nello studio di Mario Gatto, dove mi fu chiesto di organizzare un incontro con amici per continuare a sostenere la candidatura di Angelo Brancaccio. Infine lo rividi sempre nello studio di Mario Gatto dove ci riunimmo in attesa del risultato elettorale. Con l’ elezione di Angelo Brancaccio al Consiglio Regionale, Francesco Gatto fu nominato consigliere di amministrazione della GMC nonché segretario presso la Regione Campania di Angelo Brancaccio e io fui nominato componente del collegio sindacale della GMC. Nel fine 2006, quando conobbi Lorenzo Diana e iniziai a frequentare il figlio Gennaro che mi diede informazioni sulla società GMC, di cui io non conoscevo nulla, mi dimisi immediatamente dall’incarico senza aver mai percepito alcun compenso, mentre mi risulta che Gatto Francesco continuò fino al termine il suo mandato di consigliere di amministrazione della GMC. Quindi non credo che Orsi abbia detto ciò che tu hai riportato nel tuo articolo. Pertanto ti invito a non scrivere articoli diffamatori senza conoscere la verità e di pubblicare integralmente la mia risposta, in quanto mio malgrado sarei costretto ad adire alle vie legali. Cordiali saluti.
Salvatore Cella
NOTA DEL DIRETTORE RESPONSABILE
Egregio signor Salvino Cella, forse lei frequenta giornalisti che scrivono articoli sotto dettatura o “suggeriti” da questo o quel politico. La informo, per sua grande sorpresa, che esistono anche cronisti che riportano fatti veri, altro che falsità, perché hanno elementi concreti e oggettivi per poterli raccontare come nel pezzo (clicca qui per leggerlo) che lei contesta con tanta veemenza. Egregio signor Cella, lei mi invita a non pubblicare più articoli diffamatori, ma evidentemente non sa, presupponendo che i giornalisti siano semplici passacarte di suggeritori occulti, che il sottoscritto ha assistito di persona, dall’inizio alla fine, all’udienza svoltasi ieri 17 giugno presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito del processo sulla “Gmc”. Lo possono testimoniare almeno una ventina di persone, incluso il collegio giudicante. E l’articolo che lei definisce diffamatorio non è altro che la sintesi di quell’udienza. Sergio Orsi ha dichiarato che Lorenzo Diana, assieme ad Angelo Brancaccio, come in sostanza lei stesso conferma (almeno per quanto riguarda Brancaccio), ha sponsorizzato il suo nome (e altri nomi) per farle ottenere un incarico che poi, lo conferma sempre lei stesso, ha puntualmente ottenuto. Fra l’altro, probabilmente nella foga di chiedere la smentita, il suo racconto contiene elementi molto più gravi di quelli riportati nell’articolo. Nella sua ricostruzione della vicenda, infatti, si potrebbe configurare l’ipotesi di voto di scambio. Ma siamo convinti, considerandola una persona perbene, che questo sia dovuto alla sua reazione a caldo al nostro articolo. Altrimenti potremmo approfondire la questione sul piano giudiziario qualora lei decidesse, come “minaccia” di fare, di adire le vie (non alle vie) legali. Distinti saluti.
Mario De Michele