Prosegue il lavoro degli investigatori per fare piena luce sulla morte di Marco Mongillo, il 20enne pizzaiolo casertano morto venerdì per un colpo di pistola sparato da un amico. Antonio Zampilla ha confessato ma il suo racconto ha dei punti oscuri da chiarire. Dopo essersi costituito ha parato ai carabinieri di spumante, spinelli e poi di aver mostrato la pistola, comprata sulla domiziana, agli amici. Da qui l’inizio della tragedia. “Non volevo uccidere Marco, ci conoscevano da quando eravamo bambini. E’ stata una disgrazia. Pensavo che la pistola fosse scarica, l’avevo provata per gioco contro di me e non aveva fatto fuoco, mentre quando l’ho puntata contro Marco ha sparato. E io dopo per lo choc sono anche svenuto”.Il giovane avrebbe provato l’arma prima su di se e poi credendola scarica verso l’amico facendo partire il colpo letale. La pistola è stata poi lanciata dal balcone e il giovane è scappato via a cambiarsi. Gli abiti, insieme a quelli del fratello Umberto, agli arresti domiciliari in quell’appartamento, saranno analizzati dal Ris. Sulla scena del crimine era presente anche il fratello di Marco che però ha spiegato che al momento della tragedia non era in casa perché sceso a prendere una torta. E così i carabinieri dovranno mettere insieme tanti tasselli di un puzzle e non è escluso che anche altre persone possano essere iscritte nel registro degli indagati, così come riporta il Mattino.
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