Si sono tenuti questa mattina alla Chiesa del Buon Pastore di Caserta i funerali di Marco Mongillo, il ragazzo di 20 anni, dipendente di una pizzeria, ucciso lo scorso venerdì 7 luglio da un colpo di pistola alla testa sparato dall’amico 19enne Antonio Zampella, in carcere con l’accusa di omicidio volontario, detenzione di arma clandestina e ricettazione. Gremito sia l’interno che il cortile esterno della Chiesa, dove gli amici hanno affisso numerosi striscioni in ricordo del giovane, come quello con la scritta “Senza te il nostro cuore è come un puzzle incompleto”. Durante l’omelia il parroco don Antonello Giannotti ha parlato di “una morte assurda, incredibile, senza spiegazioni, figlia di spavalderia, di gioco, di mancanza di autocontrollo. Vogliamo sapere, abbiamo il diritto di sapere perché Marco è stato ucciso”. Commossi i familiari, i tanti amici e conoscenti presenti. Al termine della funzione sono stati liberati dei colombi e lanciati in aria palloncini bianchi che sorreggevano l’immagine del giovane. Sul fronte delle indagini ieri c’è stata l’autopsia sulla salma del giovane all’istituto di medicina legale di Caserta; la relazione del medico legale sarà depositata entro sessanta giorni. I legali del presunto omicida Antonio Zampella, Mario Mangazzo e Michele Di Fraia, stanno nel frattempo valutando se presentare ricorso contro la decisione del Gip di tenere in carcere il 19enne al Tribunale del Riesame, anche in considerazione della confessione del giovane, che darebbe pochi margini di manovra. Proseguono inoltre gli accertamenti degli inquirenti della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere; al momento l’ipotesi privilegiata resta quella del “gioco” finito in disgrazia, mentre la pista del litigio, ventilata dal Gip Nicoletta Campanaro nell’ordinanza che ha convalidato l’arresto, non ha ancora trovato riscontri.

 

 

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