Verrà sentito lunedì prossimo dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere  per l’interrogatorio di garanzia il 41enne tunisino Mohamed Kamel Edine Khemiri, finito ieri in carcere nell’ambito di un’indagine della Procura casertana con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al falso. Khemiri, inoltre, é indagato dalla Procura di Napoli per terrorismo internazionale in quanto ritenuto un affiliato dell’Isis; per tale contestazione ieri a Khemiri, residente a San Marcellino in un appartamento al piano superiore di una delle più importanti moschee della zona, è stato notificato anche l’avviso di conclusione indagini emesso dall’ufficio inquirente partenopeo. L’ipotesi è che il tunisino, con precedenti per traffico di droga, si fosse negli ultimi anni avvicinato sensibilmente alle posizioni fondamentaliste dell’ Isis, tanto da essere pronto in linea concettuale a colpire in Italia, come affermato ieri dal generale del Ros Giuseppe Governale; era dunque pronto al salto, a diventare un “jihadista solitario”. Dalle indagini non emerge infatti la presenza di una cellula che gravitasse attorno alla moschea. Gli inquirenti non hanno inoltre in programma di sentire l’imam di San Marcellino Nasse Hidouri, che peraltro non è coinvolto in alcun modo nell’ inchiesta. Le indagini proseguono per accertare soprattutto se a beneficiare dei permessi di soggiorno che il gruppo di Khemiri ha fornito sulla base di falsi documenti a decine di stranieri, possano essere stati nel tempo anche soggetti legati al terrorismo islamico, magari solo passati in Italia. Lunedì saranno sentite anche le altre tre persone arrestate e i tre indagati raggiunti dall’obbligo di dimora. Altri due indagati risultano invece all’estero.

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