Vicinanza politica contro il governo siriano del dittatore Bashar al-Assad, poi la dissociazione dall’autoproclamato Stato Islamico. Ha sintetizzato così la sua posizione Mohammed Kamel Eddimi Khemiri, il tunisino che inneggiava «alla sconfitta dei cristiani» su facebook, accusato di essere un simpatizzante dei terroristi islamici dalla magistratura napoletana. Ieri mattina Khemiri, da 4 giorni recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, si è presentato all’interrogatorio di garanzia. Ha risposto alle domande del giudice Gabriella Casella e del procuratore aggiunto Antonio D’Amato. E ha chiaro in modo inequivocabile che Nasser Hidouri, l’imam della moschea di San Marellino, era completamente all’oscuro delle sue simpatie politiche. Il succo delle dichiarazioni di Khemiri ha sottolineato di essersi allontanato dalle logiche dei terroristi nel momento in cui l’Isis ha iniziato a colpire innocenti. E ha fatto capire che fino a quando il conflitto si è svolto nei confini della Siria ha parteggiato per il gruppo anti-Assad dell’Isis. Dai documenti sequestrati dalle forze dell’ordine non emergerebbe però alcun dissociazione. Khemiri è in carcere solo per l’accusa di aver procurato fatture false ai suoi amici tunisini. L’indagine sul terrorismo è finita sullo sfondo dopo il doppio «no» al suo arresto del gip di Napoli. Ha presentato false ricevute fiscali in Questura a Caserta per dimostrare l’occupazione lavorativa degli immigrati in Italia.