Le spese per la manutenzione dell’autostrada A16, dove il 28 luglio del 2013 un autobus finì in una scarpata vicino ad Avellino uccidendo 40 persone, “sono sempre state in linea con gli impegni del contratto di concessione e stabili. E hanno permesso non solo di migliorare la qualità del servizio, come è avvenuto ad esempio con la copertura di tutta la rete con asfalto drenante, ma soprattutto di rendere le tratte autostradali gestite da Autostrade per l’Italia molto più sicure per chi viaggia”. Ad affermarlo è la società Autostrade nel replicare ad un articolo pubblicato oggi da Il Fatto con, in prima pagina, il titolo “Sicurezza, i tagli di Autostrade hanno ucciso i 40 sul pullman”. Nell’articolo, che cita anche perizie dei pm, si sostiene che la strage sia avvenuta per il cattivo stato dei guard rail e quindi per una insufficiente manutenzione dell’arteria. Mercoledì, ad Avellino, si apre il processo per la strage, che vede imputati per omicidio colposo plurimo e altri reati vari dirigenti della concessionaria. La società di gestione giudica le conclusioni del quotidiano “false, pregiudiziali e infondate”. “L’articolo – osserva Autostrade – ruota attorno ad un assunto di base, il presunto taglio delle spese di manutenzione da 444 a 166 milioni, che non corrisponde assolutamente a verità”, anzi l’azienda sottolinea gli interventi fatti e “la fortissima riduzione dell’incidentalità mortale sulla rete, che si è ridotta oggi di circa il 75 per cento dalla privatizzazione della società”. Riferendosi ancora all’articolo del Fatto, Autostrade definisce parla di “ricostruzioni non condivise: sugli aspetti di merito connessi all’incidente, alla sostituzione delle barriere ed alle scelte tecniche effettuate dal progettista sono contenute nell’articolo una serie di gravi inesattezze che saranno oggetto di analisi approfondita nel corso del processo che sta per iniziare e che la società ritiene opportuno non affrontare sugli organi di stampa, per rispetto dell’organo giudicante. E’ davvero sorprendente, infine – conclude la società – il fatto che l’articolo dedichi scarsissima attenzione alle condizioni del bus sul quale viaggiavano le vittime, che per numero di chilometri percorsi e condizioni di manutenzione non doveva circolare e la cui ultima revisione era stata falsificata, come è stato accertato dagli organi inquirenti”. La società si augura, infine, “che il processo possa chiarire le responsabilità di quanto accaduto, nel rispetto del dolore dei famigliari delle vittime e della verità dei fatti”.


 

 

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