La quarta sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza del processo per le morti di 88 operai dello stabilimento Montefibre di Acerra avvenute nel corso degli anni, secondo l’accusa a causa delle esposizione all’amianto. La Cassazione, in relazione al primo capo di imputazione di disastro colposo – per il quale in primo grado e in appello sono stati assolti con formula ampia otto tra ex dirigenti e medici aziendali – ha disposto che il nuovo processo di appello riguardi i soli effetti civili. Su tale punto la Suprema Corte ha accolto parzialmente le richieste dei legali di parte civile, gli avvocati Diego Abate, Alfredo Sorge e Pietro Striano. Il nuovo processo di appello che dovrà essere celebrato davanti a una diversa sezione della Corte di Appello di Napoli si riferisce anche alle sette condanne per omicidio colposo (riguardanti un solo decesso rispetto agli altri 87 che erano stati contestati), che con la stessa sentenza sono state annullate con rinvio dalla Cassazione. L’inchiesta sulle morti per amianto fu avviata nel 2001 e e i reati contestati si prescriveranno il 20 dicembre prossimo. Secondo l’originaria impostazione accusatoria, gli imputati non avevano assunto, ognuno per le rispettive responsabilità, misure idonee ad evitare l’esposizione degli operai alle polveri di amianto. Esposizione avvenuta fino al giugno del 2004, quando la Montefibre – azienda attiva nella produzione e vendita di fibre acriliche e poliestere – ha cessato ogni attività nel comune di Acerra.

 

 

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