Sono in sciopero da tre giorni i lavoratori della Tfa, ex Firema, azienda con sede a Caserta e stabilimenti a Milano, Tito (Potenza) e Spello (Perugia), che produce carrozze ferroviarie. I dipendenti chiedono chiarezza sul futuro, soprattutto per quanto concerne il riassorbimento di 140 lavoratori che non furono assunti quando lo scorso anno, a luglio 2015, la Firema fu acquistata dalla multinazionale indiana Titagarh, che la salvò dal fallimento, ma pretese in cambio degli esuberi. L’accordo firmato al ministero dello Sviluppo Economico prevedeva che entro un anno, ovvero entro il 2016, i dipendenti rimasti fuori sarebbero stati riassunti grazie anche a nuove commesse portate dagli acquirenti. “Gli impegni formalizzati nell’accordo non sono stati mantenuti – dice Antonello Accurso, segretario provinciale della Uilm Caserta – il 3 novembre i lavoratori non assunti lo scorso anno andranno in mobilità; molti hanno già ricevuto la lettera di licenziamento. Il Governo, e lo stesso premier Matteo Renzi che in passato è intervenuto sulla vicenda della Firema, hanno il dovere di intervenire, e di farlo nel più breve tempo possibile, altrimenti oltre ai lavoratori, andranno perse importanti opportunità produttive”. Dei 140 lavoratori in esubero, 100 erano in servizio nel sito di Caserta, il più grande fra i quattro di Tfa con i suoi 235 addetti attualmente impiegati; altri cento sono sparsi tra Milano, Spello e Tito. “La proprietà indiana ha più che altro rinnovato le commesse già esistenti, come quelle di Eav e Sepsa – dice Accurso – ma ci aspettiamo che arrivino anche altro commesse, altrimenti per Tfa saranno problemi seri”.

 

 

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