Come da programma si è svolta stamane, 13 ottobre, la cerimonia commemorativa dedicata alle vittime del bombardamento che IL 13 ottobre 1943 rase al suolo il centro storico di Alife. Dopo la celebrazione eucaristica presieduta da sua eccellenza mon. Valentino Di Cerbo nella Cattedrale, un corteo composto soprattutto da piccoli alifani in quanto invitati d’onore, ha raggiunto Piazza Santa Caterina dove sua eccellenza il Vescovo, in presenza anche del parroco Don Cesare Tescione, ha benedetto la pietra commemorativa che l’Amministrazione Cirioli ha fortemente voluto per ricordare il tragico evento. “Non una lapide, – ha precisato il sindaco Salvatore Cirioli, – non mi piace questo termine, ma una pietra che serva a conservare il ricordo di quanto accadde quel 13 ottobre 1943. Ho raccolto la proposta di questa iniziativa da alifani che ancora conservano il ricordo di quei drammatici momenti e con infinito piacere ho allargato la proposta alla mia squadra che ha accettato di buon grado questa iniziativa. Questa pietra deve servire alle giovani generazioni per ricordare il sacrifico della nostra gente, anche e soprattutto perché persero la vita i più deboli. Il posto scelto per posizionarla è molto significativo perché la chiesa di Santa Caterina fu distrutta da quell’evento bellico ed è risorta da quelle macerie”. Poi l’intervento di Giovanni Guadagno, storico della città di Alife ed ex sindaco: “Io avevo solo 2 anni quando accadde tutto. Ho soltanto il ricordo di me che giocavo con una bambina, lontano dal centro storico. Durante la mia fanciullezza ho giocato tra le case bombardate e con il passare del tempo ho cercato di capire il perché. Nonostante molte ipotesi si siano fatte sul perché dell’accaduto, bisogna precisare che il fatto coincide con i giorni in cui le truppe tedesche dovevano trovarsi, il 15 ottobre, sulla Linea Gustav e dunque l’obiettivo degli americani era forse proprio quello di liberare questo asse viario principale. Già alle 10:00 del 9 ottobre 1943 ci furono dei morti a causa di bombe lanciate durante una ricognizione. Quattro morti alla stazione e tre nel centro storico, tra cui anche un soldato. In seguito a quest’episodio una giovane donna austriaca, Anna Schultz, che aveva sposato un alifano, avvisò la popolazione di quanto sarebbe poi successo a breve. Questa donna merita di non essere mai dimenticata. Fu per questo che solo pochi alifani, i più deboli e quindi malati, donne e il parroco, si trovavano all’interno delle mura quel 13 ottobre. Le vittime furono 44 e 40 le tonnellate di bombe sganciate. Operazione che fa dunque pensare all’intenzione puramente strategica delle truppe alleate. Nel 1997, quando io ero sindaco, uno dei bombardieri palesò l’intenzione di venire ad Alife ma io, cercando d’interpretare il sentire comune dei miei concittadini, non lo ritenni opportuno perché c’erano ancora ricordi di morte. In seguito abbiamo provveduto a lasciare un ricordo il monumento nella villa comunale e oggi devo riconoscere a questa amministrazione la sensibilità mostrata con questo gesto”. Evento che a 73 anni dal bombardamento, dunque, ha il chiaro intento di lasciare, soprattutto alle generazioni future, un vivo ricordo del nostro passato.