Il Partito Democratico ed io prima persona da segretario dello stesso e successivamente da candidato sindaco e da consigliere comunale, abbiamo sempre seguito con molta attenzione la questione  Cementir a partire dal 2012, anno in cui si doveva rinnovare il protocollo d’ intesa con l’azienda di Caltagirone.

L’abilità dell’imprenditore, che ha devastato le nostre colline, è stata sempre quella di riuscire a contrappore i lavoratori a tutti coloro, partiti associazioni ecc..,  che insorgevano in difesa del territorio e dell’ambiente, riuscendo a non far comprendere agli stessi che ormai la cava, in ogni caso, avrebbe avuto una vita breve, e che quindi era arrivato il momento di conciliare il diritto alla salute e la difesa del territorio, con la salvaguardia occupazionale. Purtroppo, a causa dei ricatti della Cementir con la compiacenza anche di politici locali, con lo” spauracchio” dei licenziamenti, non si è mai riuscito ad affrontare la questione con serenità.

Ricostruimmo brevemente la vicenda.

Nell’anno 2012, il comune di Maddaloni doveva sottoscrivere un nuovo protocollo d’intesa con la Cementir, la quale aveva ottenuto una nuova proroga quinquennale per la coltivazione della cava di Maddaloni.  Detto protocollo d’intesa, doveva essere approvato in Consiglio Comunale. In quella circostanza, il Partito Democratico che io guidavo da segretario cittadino, si batté affinché venisse posta una “conditio sine qua non” alla Cementir, in modo da conciliare il diritto alla salute e la tutela del territorio, con la tutela dei livelli occupazionali. In quel momento era sicuramente ipotizzabile una trattativa in questa direzione, vista la posizione di forza che l’amministrazione comunale aveva, dovendogli approvare la convenzione.

La condizione era: l’indicazione nel protocollo d’intesa, della data certa di dismissione della cava e consequenzialmente l’indicazione del progetto di riconversione in attività ecocompatibile, con la salvaguardia dei livelli occupazionali, che Cementir avrebbe dovuto attivare da subito in modo da arrivare al termine dei cinque anni, pronta per partire con una nuova attività ecosostenibile in sostituzione di quella cementizia. Purtroppo, come sempre accaduto riguardo la questione Cementir, la maggioranza consiliare di centro destra, unitamente con la Cementir, e paventando il solito “spauracchio” dei licenziamenti, riuscirono a contrappore i lavoratori alle nostre proposte, ed in un consiglio comunale convulso del 14.07.2012, riuscirono a colpi di maggioranza a far approvare un protocollo d’intesa che non conteneva le nostre auspicate condizioni.  La delusione più grande del momento, fu quella di vedere lavoratori e sindacati, che evidentemente non avevano compreso la bontà delle nostre proposte, schierati con la maggioranza consiliare e con la Cementir, la quale, ovviamente, non aveva alcun interesse ad accettare gli impegni da noi proposti. Questa situazione venne così esasperata dall’allora amministrazione comunale, che finì anche con una aggressione al nostro capogruppo consiliare dell’epoca, Alessandro Sforza, ad opera proprio di un dipendente Cementir. Queste circostanze furono portate anche all’attenzione del prefetto e della magistratura.

Inoltre questo episodio gravissimo frutto di una strumentalizzazione vergognosa da parte della Cementir e da parte dell’amministrazione comunale del tempo, fu anche stigmatizzata dai Parlamentari Pd Pina Picierno e Stefano Graziano che espressero vicinanza al centro sinistra maddalonese così vilmente attaccato.

Il Partito Democratico non si arrese e non si arrenderà, e con ogni sforzo continua a sostenere la bontà della propria tesi mettendo in evidenza che, per quanto esposto, il protocollo d’intesa era da modificare per recepire le condizioni sopra riportate. Tali modifiche vennero nuovamente richieste dal Partito Democratico in occasione di una richiesta di variante al progetto di estrazione avanzata dalla Cementir. Infatti, questa richiesta di variante, a mio avviso, doveva essere accolta solo se Cementir, a sua volta, avesse accolto le nostre proposte. La cosa si concretizzò con l’approvazione di un ordine del giorno proposto da Partito democratico nel c.c. del 6.11.2013, per mezzo del quale la pubblica assise impegnò il sindaco ad avviare un confronto con l’azienda, volto all’ottenimento di misure e ristori compensativi decisamente più incisivi rispetto a quelli previsti dalla convenzione approvata con delibera di c.c. n. 45/2012, ed inoltre stabilì che il Comune di Maddaloni pretendesse dall’azienda la presentazione di un progetto di ricomposizione ambientale e di riconversione aziendale in attività ecocompatibili in modo  da garantire i livelli occupazionali anche alla chiusura della cava.  Purtroppo nonostante l’approvazione di questo ordine del giorno, da parte del consiglio comunale, il Sindaco De Lucia non si attivò mai in questo senso. Per tanto, in data 2.07.2015 il sottoscritto unitamente al Consigliere Capuozzo protocollò un’interrogazione a risposta, scritta e orale, per conoscere il motivo per il quale il Sindaco De Lucia non avesse dato seguito al mandato ricevuto. Purtroppo anche questa interrogazione rimase inevasa.

Attualmente la questione Cementir ritorna all’ordine del giorno per gli annunciati licenziamenti che dovrebbero coinvolgere anche lo stabilimento di Maddaloni. L’associazione “Democratici per Maddaloni” è, e rimarrà, attiva nella difesa dei lavoratori.

Detto questo, rimane sempre aperto il problema della riconversione della cava in attività ecocompatibili. È di tutta evidenza che l’attività di coltivazione della cava ormai è agli sgoccioli, anche se dovesse esserci, cosa molto improbabile, una nuova piccola proroga. Purtroppo il comune di Maddaloni non avendo avuto la capacità (o volontà) di far inserire nel 2012 nel protocollo d’intesa l’impegno a riconvertire la cava in una nuova attività ecocompatibile, vi è il rischio che nel momento in cui Cementir non potrà più coltivare la cava, per l’esaurimento definitivo delle convenzioni, potrà licenziare i lavoratori per giusta causa. Il rammarico più forte è che i lavoratori della Cementir, a causa dei ricatti e strumentalizzazioni hanno sempre contrastato le nostre proposte senza comprendere che non vi era nessun altro che volesse tutelare i lavoratori più del Partito Democratico.

Questa è una breve cronistoria dell’accaduto. Come si può desumere il Partito Democratico è intervenuto concretamente nei processi non limitandosi in sterili analisi e proposte.

Adesso la proposta che avanza l’associazione “Democratici per Maddaloni”, della quale mi onoro di essere il presidente, è quella di invitare il Commissario De Lucia , a riprendere quanto ratificato nel c.c. . del 6.11.2013, per mezzo del quale la pubblica assise impegnò il sindaco ad avviare un confronto con l’azienda, volto all’ottenimento di misure e ristori compensativi decisamente più incisivi rispetto a quelli previsti dalla convenzione approvata con delibera di c.c. n. 45/2012, ed inoltre di pretendere dall’azienda la presentazione di un progetto di ricomposizione ambientale e di riconversione aziendale, in attività ecocompatibili, in modo  da garantire la continuità lavorativa e i livelli occupazionali anche alla chiusura della cava, e nel contempo di congelare qualsiasi attività di licenziamenti.

 

Gaetano Esposito

Presidente Democratici per Maddaloni

 

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