“Il clima in Italia rimane pesante. Avevo immaginato che la vicenda del referendum potesse segnare una svolta nel dibattito pubblico del nostro Paese, con una spinta su temi essenziali che riguardano lo sviluppo e i problemi che frenano questo sviluppo. Non è stato così. Vedo, invece, un dibattito frantumato, distratto, segnato da esigenze di politica politicante, piuttosto che incentrato su discussioni di merito”. Ne è convinto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca intervenuto a Salerno all’assemblea della locale Confindustria. “Si fa fatica – rimarca il governatore – ad intravedere elementi di entusiasmo collettivo, sulla convinzione di una possibilità di ripresa del nostro Paese. Si ha la sensazione, invece, di un Paese incatenato, bloccato che non riesce a darsi uno slancio necessario. Nel Sud, poi, abbiamo registrato una drammatica emigrazione, abbiamo avuto quasi un dimezzamento negli investimenti nell’edilizia, per non parlare dei tassi di disoccupazione giovanile che sfiorano il 52% in Campania. Con queste criticità si può reggere un anno, poi alla lunga, ci saranno esplosioni o di autoritarismo o frantumazione sociale che non riesci più a governare. Bisogna ricostruire il Paese, proprio come avvenuto nel dopoguerra. Abbiamo conosciuto cose interessanti come il jobs act ma il contesto generale rimane pesante”. Secondo De Luca “paghiamo limiti strutturali che ha l’Italia nei confronti dei nostri competitori, abbiamo un debito pubblico pesantissimo e continuiamo ad avere un grande dualismo tra Nord e Sud. Dunque l’Italia è bloccata per tutte queste questioni ma soprattutto per la palude burocratica, amministrativa e legislativa che è la vera paralisi del nostro Paese. Qui non si può fare, non si può investire, non si può fare ricerca, non ci si può dedicare alla trasformazione urbana. La palude burocratica – amministrativa è il principale intoppo allo sviluppo del Paese. Per sburocratizzare, ad esempio, faremo una nuova legge per i consorzi Asi, così non servono e possono essere sciolti. In Italia – aggiunge De Luca parlando anche della sua esperienza in merito alla trasformazione della città di Salerno – esistono comitati per la protezione della cinciallegra e del platano, non si pensa alla vera trasformazione urbana. Basta un ricorso di un sedicente comitato che tutto si blocca. L’Italia, con queste condizioni, non può sopravvivere. Se la sfida del referendum non va come deve andare non si sburocratizzerà il Paese, così come rimarrà irrisolto il problema del rapporto tra istituzioni e sistema giudiziario, con il permanere della frantumazione dei poteri”.