ROMA. “Ci risiamo. Questa volta tocca ai grillini. E’ proprio vero che al peggio non c’è mai fine! L’ho già detto ieri: con l’avvicinarsi della data del referendum stiamo assistendo ad un vero e proprio imbarbarimento della lotta politica con ricostruzioni dal sapore fantasioso, spacciate come oro colato, solo per portare acqua al mulino del No”. Lo dice, in una nota, il senatore Vincenzo D’Anna di ALA (Alleanza LiberalPopolare Autonomie), che poi così prosegue: “è del tutto assurda e mendace la ricostruzione che mira a creare un collegamento tra l’ipotesi di stanziamento di 30 milioni di euro per la sanità in Campania e l’approvazione dell’emendamento che ripristina in capo ai presidenti delle giunte regionali, la responsabilità di sovrintendere al piano di rientro dal debito, così come specificamente richiesto, tra l’altro, da un documento redatto dalla Conferenza Stato-Regioni”. “Dallo scorso mese di ottobre – prosegue D’Anna – i malati cronici campani (e parlo dei diabetici, dei dializzati), i malati gravi (quelli, cioè, affetti da patologie tumorali) ma anche i portatori di handicap, ecc., non possono accedere alle prestazioni sanitarie erogate dalle 1.200 strutture private accreditate con il sistema sanitario regionale in virtù delle regole dettate dalla spending review e dal mancato adempimento, da parte dei commissari governativi, di una corretta programmazione del reale fabbisogno di prestazioni da parte dei pazienti. Insomma, lo traduco in soldoni: i calcoli sono stati sbagliati, i soldi sono finiti. E la gente non può curarsi. O, peggio: se vuole farlo, deve pagare di tasca propria”. Ebbene, rincara la dose D’Anna “nell’ambito della legge il governatore De Luca si era reso disponibile a reperire quei fondi dal bilancio regionale per garantire, alle suindicate tipologie di malati, la possibilità di potersi curare, evitando, tra l’altro, l’onerosa migrazione in altre regioni. Tutto questo mentre gli stessi commissari, è notizia di pochi giorni fa, contravvenendo clamorosamente ai principi di equità, hanno ritenuto di dover concedere, chissà perché, una deroga alle sole case di cura! nonostante le prestazioni di specialistica ambulatoriale (analisi, radiografie, fisiochinesiterapia, visite specialistiche, centri cura del diabete, ecc.) siano da tempo costrette all’inattività”. “Tutto quanto diversamente si afferma – conclude D’Anna – è catalogabile al mero di livello di spazzatura e degli accostamenti maliziosi a scopo diffamatorio di cui gli spalatori di fango saranno chiamati a rendere conto in tribunale”.