Prata Sannita- Commosso, all’arrivo di quella bara bianca che custodiva il dodicenne di Prata Sannita, Pasquale Alberto Mucciolo, attorniato dai genitori, dalla sorella , dai parenti, affranti, nel centro matesino. A fatica, con voce spezzata dal dolore, il vescovo Valentino Di Cerbo, ha aperto la cerimonia religiosa per l’estremo saluto a quel ragazzo da anni impegnato in parrocchia . Un esempio di bontà- ha esordito il vescovo – in una chiesa traboccante di silenzio e di persone che hanno così voluto testimoniare la vicinanza alla famiglia così duramente colpita da quella morte prematura a causa di una leucemia galoppante che ha spezzato i sogni di Pasquale Alberto con la passione del calcio ( portiere), della musica al pari dei suoi amici e coetanei .Appena giunta dall’abitazione, vicinissima alla chiesa madre di S.Pancrazio, il vescovo che ha presieduto la S. Messa, concelebrata anche dal parroco Don Arnaldo Ricciuto, ha ricordato lo zelo di chierichetto che già contraddistingueva lo stile di questo dodicenne così disponibile, aperto ( spesso era ospite nei locali di una cooperativa che accoglie giovani extracomunitari, rifugiati, presenti fuori della chiesa durante il rito religioso). L’intero paese ha partecipato alle esequie accompagnando, a piedi, la bara fino al cimitero come è prassi nei piccoli comuni: chiesa strapiena colma di strazio per la morte del ragazzo che ha interrotto quella che è l’ordinaria superficiale atmosfera natalizia di addobbi, portando tutti ad interrogarsi sulla sofferenza innocente, sui perché che hanno riempito e scandito questi giorni : un tema trattato con delicatezza e profondità umana dal vescovo che al termine della cerimonia, ha affidato l’anima di Pasquale al Signore, con voce ancora una volta spezzata dalla commozione. Una giornata velata di tristezza al pari del cielo : poi all’uscita della bara il sole, ormai al tramonto all’orizzonte, ha posato i raggi su quella bara salutata dalla lacrime dei suoi amici singhiozzanti al mistero della vita.
Michele Martuscelli