Un progetto ambizioso da oltre 57 milioni di euro, che a regime darà lavoro a circa 1000 persone e soprattutto creerà a Caserta, accanto alla Reggia patrimonio dell’Unesco, un secondo attrattore per turisti in un’area, il Macrico, da anni abbandonata. E’ il Parco Urbano dell’Aerospazio, il cui progetto è stato consegnato oggi dal Comitato presieduto dall’ex presidente del Cira Luigi Carrino, in qualità di Direttore del Distretto Aerospaziale della Campania (Dac), al sindaco di Caserta Carlo Marino nel corso di un conferenza stampa. “Un progetto strategico per la città” l’ha definito il presidente uscente di Confindustria Caserta Luciano Morelli, presente oggi in conferenza accanto al nuovo massimo dirigente dell’associazione datoriale Gianluigi Traettino, che proprio oggi sarà designato dall’assemblea degli industriali. “In Europa – spiega Carrino – un Parco del genere esiste solo in Francia a Tolosa, e ogni anno è visitato da un milione e mezzo di persone. Se riuscissimo ad attrarre anche i turisti che vengono alla Reggia di Caserta potremmo finalmente avere un turismo non più ‘mordi e fuggi’, ma di qualità. E poi un Parco dell’Aerospazio sarebbe perfettamente integrato e connesso alla realtà produttiva del Casertano, territorio che con le sue aziende è primo in Europa quanto a realizzazione di aerei leggeri. Non sarebbe quindi una cattedrale nel deserto”. Il sindaco Marino si dice “entusiasta” del progetto e annuncia che “sarà subito portato all’attenzione del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, perché sia inserito nella programmazione dei fondi europei 2014-2020 e del Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio; da parte nostra la realizzazione del Parco dell’Aerospazio verrà inserita entro gennaio 2017 nel preliminare del nuovo Puc, (Piano Urbanistico Comunale), che detterà l’orientamento per lo sviluppo della città nei prossimi anni”. Al momento al progetto hanno lavorato soprattutto giovani architetti ed ingegneri, sia delle Federico II di Napoli che dell’Università del Casertano “Luigi Vanvitelli” (ex Seconda Univerdità degli Studi di Napoli, ndr) con borse di studio fornite dalla Fondazione Mediterranea, che fa capo a Confindustria Campania. A coordinarli il professore di architettura dell’Ateneo Napoletano Francesco Polverino. Ma il vero nodo è quello della disponibilità materiale del Macrico, area di proprietà della Chiesa ubicata al centro di Caserta che una volta fungeva da importante deposito dei mezzi corazzati dell’Esercito, poi abbandonata dai militari e consegnata al degrado e alle polemiche per i tanti progetti di riqualificazione mai attuati. Progetti spesso naufragati anche perché l’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero non ha mai ritenuto congrue le offerte pervenute. Oggi il presidente dell’Istituto, don Antonio Aragosa, presente alla conferenza, ha ammesso che “questo progetto mi piace, perché ha l’obiettivo di ridare un’area così bella ai casertani e nel loro interesse. Noi non ci siamo mai opposti a queste soluzioni”. I fondi, ovviamente europei, al 90% dovrebbero provenire dalla Bei, la Banca europea per gli Investimenti. “Il progetto – spiega Polverino – riguarda un’area enorme, pari a 325mila metri quadrati, ovvero 44 campi di calci affiancati, 8 volte più estesa di Piazza Carlo III, la grande piazza ubicata di fronte alla Reggia di Caserta. Dei 177 edifici presenti nel Macrico molti sono in pessime condizioni e scompariranno, altri come l’hangar, saranno trasformati in esposizione degli aerei leggeri prodotti nel Casertani. Nel Parco avrà la nuova sede il planetario di Caserta, ci sarà un orto botanico, un’area per l’attività sportiva, un centro di formazione e diffusione della ricerca scientific e tecnologica, una metropolitana leggera collegata con la stazione, e tanto verde con un laghetto artificiale” conclude Polverino.

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