Omissione dell’obbligo di astensione, violazione del dovere di riservatezza degli affari in corso e rivelazione al marito di notizie riservate apprese per servizio, relative al contenzioso connesso al conferimento della carica di presidente della Regione Campania a Enzo De Luca: di queste accuse formulate dal pg della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare, dovrà rispondere il giudice di Napoli Anna Scognamiglio, nel processo disciplinare fissato dal Csm per il prossimo 9 gennaio. La vicenda nasce dall’inchiesta avviata a Roma sul magistrato e legata alla sentenza, emessa dal collegio di cui Scognamiglio faceva parte, sulla sospensione dell’applicazione della legge Severino al governatore della Campania Vincenzo De Luca. Come è scritto nell’atto di incolpazione il pg della Cassazione, contesta a Scognamiglio “di aver consapevolmente omesso di osservare l’obbligo di astensione” nonostante “le gravi ragioni di convenienza” derivanti dal fatto che il marito, Guglielmo Manna, “concorresse per l’incarico di direttore regionale di una Asl o per altri incarichi apicali da conferirsi da parte dei vertici amministrativi della Regione stessa”. Il magistrato era già finito all’attenzione del Csm per la stessa vicenda: la procedura di trasferimento per incompatibilità ambientale aperta dalla Prima commissione si è risolta a inizio anno con il trasferimento volontario del magistrato nel vicino tribunale di Napoli Nord.

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