«Cava Monti è da considerarsi una bomba ecologica per la città di Maddaloni che spesso, ma non quanto la vicenda meriti realmente, ha portato la città di Maddaloni alla ribalta delle cronache nazionali per quanto concerne gli scempi ambientali. I primi atti da adottare sono il riconoscimento dell’area di cava Monti da Sito di interesse regionale (SIR), come è allo stato attuale, a Sito di Interesse Nazionale (SIN), in modo da poter beneficiare anche dei fondi dello Stato, e l’attivazione di un tavolo permanente tra Comune, Ministero dell’Ambiente e Regione Campania al fine di reperire fondi per la immediata messa in sicurezza del sito attraverso la recinzione, il monitoraggio continuo dell’ambiente circostante l’area di cava e la copertura delle fumarole con terreno vegetale impedendo ulteriore contaminazione ambientale». Giuseppe Razzano, candidato alle primarie del Comune di Maddaloni, ha le idee chiare su come affrontare la questione in modo da poter liberare la città da un vero e proprio ecomostro. «Parliamo di un ammasso di rifiuti speciali pericolosi dislocati in circa 12.000 metri quadri per un totale circa di 300.000 tonnellate che contamina direttamente la prima falda acquifera – ha sottolineato l’esponente del Pd – Tra i metalli pesanti riscontrati in falda si è dimostrata la presenza del manganese sino ad una concentrazione di 260 volte la soglia prevista per legge. Non meno rilevante è l’inquinamento atmosferico attraverso le fumarole che liberano nell’aria sostanze estremante pericolose per la salute umana tra cui il benzene che è un pericoloso cancerogeno. I rifiuti sono stati immessi a notevole profondità (fino a circa 30 metri) e determinano un rischio reale per la salute in quanto ci troviamo al cospetto di sostanze cancerogene. La contaminazione purtroppo è continuativa con rischio concreto per i cittadini calatini. E’ dunque chiaro che criminali senza scrupoli hanno irrimediabilmente deturpato una vasta area del territorio compromettendo seriamente la qualità dell’aria e dell’acqua di falda con rischio concreto di una contaminazione della filiera alimentare. In città non vi è famiglia che non abbia un membro colpito da patologia che, direttamente o indirettamente, sia riconducibile all’ambiente insalubre. Basti considerare l’incremento e la diffusione di patologie cardiovascolari, tumorali e di tipo immunologico in vaste aree della popolazione ed il dramma è ancora maggiore quando simili patologie si manifestano nei bambini. Purtroppo già troppe lungaggini di ordine politico, burocratico e giudiziario hanno caratterizzato l’intera vicenda. Ulteriori ritardi costituirebbero un attentato alla salute dei cittadini di Maddaloni».