Riempire le sedi sindacali di microfoni e telecamere nascoste “non è normale: è la degenerazione della lotta di potere. Un sindacalista non può essere spiato dai colleghi e deve essere tutelato dalla confederazione”. Lo dice l’ex segretario della Cisl Savino Pezzotta, intervistato dal Mattino sul caso dell’ex segretario generale della Cisl Campania, Lina Lucci, indagata dalla Procura di Napoli per appropriazione indebita. Sulla vicenda campana Pezzotta sottolinea che “se c’è stata un’amministrazione dei fondi allegra, allora dove erano gli organismi interni che avrebbero dovuto controllare? Si chiamano in campo i probiviri, si va sul posto e si va a verificare i conti. Non si ci muove a colpi di notizie di stampa”. “Non sono uscito”, ricorda, “dal gruppo dirigente per caso, ma proprio in contrapposizione a quelli che allora erano i vertici e il loro modo di gestire l’organizzazione”. “Cisl, Cgil o Uil non sono centri di potere. Altrimenti sarebbero un contropotere verso governo e imprese. Qui il problema è il potere interno: sono cittadelle chiuse”. “Il sindacato, con le società di mutuo soccorso, nasce prima come erogatore di servizi eppoi diventa soggetto contrattuale. Qui mancano i controlli. Lo dissi anche ai tempi di Bonanni: con l’evoluzione della società servono strumenti nuovi. Allora proposi che un gran giurì esterno al sindacato verificasse la nostra attività”. Il sindacato per Pezzotta “deve tornare a darsi degli obiettivi” e “la questione del lavoro deve essere centrale. Invece un giorno ci si accorda sul Jobs, un altro raccoglie le firme contro i voucher”. Anna Maria Furlan? “Era in segreteria con me. A me sembra che manchi di aggressività e di determinazione. + brava a mediare, a conciliare, ma oggi il sindacato ha bisogno di propugnatori”. “Bisognerebbe fare quello che Renzi non è riuscito a fare in politica: rottamare gli attuali orgasmi dirigenti, perché ci sono tanti sindacalisti giovani che possono dare impulsi nuovi al sindacato. Ma per farlo servirebbero leader veri”.