Ci sono anche sei bambini, il più grande di 13 anni, il più piccolo nato nel 2016, tra gli intestatari dei buoni fruttiferi e libretti postali per un valore di decine di migliaia di euro sequestrati ieri dalla Guardia di Finanza di Marcianise (Caserta) nell’ambito della misura di prevenzione patrimoniale emessa dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere a carico di Michele Pesce, ritenuto elemento del clan camorristico Massaro­Di Paolo.

La cosca è attiva tra Maddaloni, Santa Maria a Vico e i comuni dell’area est del Casertano. La circostanza emerge dagli accertamenti effettuati dai finanzieri guidati dal capitano Davide Giangiorgi sui beni riconducibili a Pesce, che in alcuni casi avrebbe utilizzato come prestanome i nipoti minorenni; in totale i finanzieri hanno sequestrato beni per tre milioni di euro, tra cui una villa, numerosi vani commerciali, compreso il bar Royal di San Felice a Cancello (Caserta), terreni, auto, quote societarie, diamanti per un valore di 20mila euro, e ben 65 rapporti finanziari, tra conti­correnti, buoni e libretti, su cui erano depositati complessivamente quasi 1,2 milioni di euro; tra gli intestatari i figli ormai adulti di Pesce, e appunto i nipotini. Per la Finanza si trattava di somme spropositate rispetto ai redditi dichiarati da Pesce e dai figli; il sospetto è che quei soldi potessero provenire dai traffici illeciti di Pesce, per cui è scattato il sequestro anche per i rapporti finanziari intestati ai bambini. Pesce era stato arrestato nel febbraio 2015 perché ritenuto responsabile di un giro di usura ed estorsioni realizzato per conto del clan Massaro; le indagini coinvolsero anche l’imprenditore Antonio Carfora, titolare di un noto atelier di abiti da sposa sequestrato nel 2015.

 

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