Con una nota a mezzo stampa, Mondragone Città Possibile denuncia la mancata considerazione, da parte dell’Amministrazione comunale, delle osservazioni al Piano Piano di Utilizzazione della Fascia Costiera, presentate formalmente dal movimento, lo scorso maggio. Con la delibera n° 8 del 31.01.2017, infatti, la Giunta comunale ha deciso di adottare il piano nonostante due punti critici messi in evidenza dal movimento d’opinione con l’obiettivo preminente del rispetto del bene ambiente. In particolare, nelle osservazioni si proponeva di evitare la realizzazione di due nuove strutture nel tratto di spiaggia che va dal torrente Fiumarella fino al Lido Borrelli, per tutelare integralmente la duna ricostituitasi e, in secondo luogo, si auspicava la realizzazione di un centro di visita a finalità museali, didattiche e ricreative sulla zona in oggetto, in sostituzione dell’esercizio di attività sportive, come previsto dal Piano, di fatto incompatibile con le caratteristiche morfologiche dell’area. In risposta alle osservazioni, secondo quanto scritto nella delibera di approvazione del PUFC, all’Amministrazione non sembrerebbe plausibile che la realizzazione di tali strutture possa compromettere la vita delle piante o delle dune, né che possa violare i principi di salvaguardia paesaggistica indicati nel documento presentato da MCP. «Desta stupore, tale modo di argomentare, soprattutto per la palese assenza di scientificità. – è quanto sostenuto da Mondragone Città Possibile nella nota allegata – Il PUFC approvato rappresenta l’ennesimo scempio perpetrato nei confronti delle dune del nostro territorio. Lo spazio tra la Fiumarella e il lido Borrelli, in cui insiste una delle più suggestive dune embrionali di tutta la costa tra Napoli e Roma, rischia di essere spazzato via dalla costruzione di due delle undici nuove inutili strutture balneari previste lungo l’intera fascia costiera. Riteniamo che le scelte adottate dall’esecutivo mondragonese nella redazione del Piano, siano tutte connotate da derive propagandistiche e tese a favorire un’edilizia senza criteri certi e poco compatibili con l’intero ecosistema sussistente nelle aree interessate, in coerenza con le politiche miopi di questa Amministrazione – si legge nella nota – in aperto contrasto con le logiche di conservazione del patrimonio naturale insistente lungo l’intera fascia costiera (si veda la questione approdo dei pescatori).»