“Cosa c’è di male se fanno la tessera per me? Ma per chi altro allora?”, “Chi lo conosce Matteo Renzi a Miano? Sfido chiunque, mi devono dimostrare che le tessere non si fanno per amicizia, vicinanza politica con qualcuno”. Lo afferma al Corriere della Sera Michel Di Prisco, al centro del caso tessere del Pd a Napoli. “Noi siamo gente semplice – dice – questo è popolino, io sono una persona perbene che aiuta chi ne ha bisogno. E se qualche amico mi chiede di farsi la tessera che faccio, lo rispedisco a casa?”. “Sono turbato ma sereno – dice quindi Di Prisco a Repubblica – ho la coscienza pulita. Nel Pd non vogliono rinnovare, questo è il problema. I vecchi se ne devono andare. Io sono per i giovani”. “Sono mortificato – aggiunge quindi – non ho mai dato soldi a nessuno e non intendo alimentare ulteriori polemiche. Su quel video è stata montata l’ennesima gogna dopo quella del 2011”. Intervistato anche dal Mattino, Di Prisco spiega: “Sono lontano da Cozzolino ormai da tre anni. Sono contro Cozzolino, se ne deve andare. Anche lui rappresenta il vecchio e io sono per il nuovo. Mi sono iscritto al Pd perché sono per il rinnovamento, sono per Renzi. Quindi lascio immaginare quale possa essere la mia considerazione per gli attuali dirigenti del partito e per lo stesso Cozzolino che non vedo da tre anni”. Alla domanda se per sostenere le sue idee ha fatto tessere attraverso il Caf che gestisce in via Ianfolla, Di Prisco replica: “Non è mio costume utilizzare il Caf per un partito. D’altra parte se si guarda al numero delle iscrizioni, appare chiaro che duecento tessere non sono molte rispetto alla forza del partito sul territorio di Miano”.