Il tribunale del Riesame ha rimesso in libertà il sindaco di Teverola Dario Di Matteo, arrestato alcune settimane fa in un’inchiesta sulla corruzione. Di Matteo si è dimesso due giorni fa. Era stato ristretto ai domiciliari dopo alcuni giorni in carcere. Detenzione che gli aveva impedito di assistere alla nascita della figlia. Ora dovrà decidere se ritirare le dimissioni da primo cittadino. A Di Matteo vengono contestate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere richieste di assunzioni e dazioni sulla Dhi ditta vincitrice di appalto trovata al momento dall’insediamento e beneficiaria di proroga fino al marzo scorso, quando fu arrestato il patron Alberto Di Nardi. Per il sindaco Di Matteo gli ultimi giorni sono stati drammatici. Prima è finito in cella, poi ai domiciliari e oggi in libertà. Il tutto nel giro di pochissimo tempo. Una vicenda che dovrebbe imporre, una volta e per tutte, una serie riflessione sull’uso “disinvolto” delle misure cautelari, anche in carcere, anche quando non emergono esigenze tali da far scattare provvedimenti così drastici e lesivi sotto l’aspetto morale, materiale e d’immagine delle persone.

 

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