Il Sindaco Marino esulta per il parere positivo del Ministero dell’Interno al piano di riequilibrio finanziario proposto dal Comune di Caserta. Ma dall’analisi approfondita della complessa documentazione, sembra esserci un errore da “circoletto rosso”, che metterebbe a rischio l’intera procedura regolata dall’art. 243 bis del TUEL. Tra le condizioni poste dalla legge, c’è quella del comma 9 lettera b): “entro il termine di un triennio, riduzione almeno del dieci per cento delle spese per prestazioni di servizi, di cui all’intervento 03 della spesa corrente”; senza scendere nel tecnicismo riguardo quali spese facciano parte di questo “intervento 03” (si tratta, sinteticamente, di “prestazioni di servizi”), ci risulta che questa riduzione debba essere calcolata a partire dall’ultimo dato certo (consuntivo 2015), raffrontato con il dato previsto dopo il triennio (bilancio previsionale, annualità 2018). Ebbene, c’è qualcosa che non quadra! Nella Delibera di Consiglio Comunale n. 15 del 10 agosto 2016 di approvazione del Piano di Riequilibrio, nell’allegato 8 (che dovrebbe dimostrare il rispetto della condizione precedentemente illustrata) la spesa per l’Intervento 03 nel consuntivo 2015 viene dichiarata di € 43.000.129.91. Invece , spulciando il bilancio consuntivo 2015 (delibera commissariale n. 69/2016), risultano € 34.889.888,11. Ed allora da dove saltano fuori quei 43 milioni di euro? Guarda caso, la stessa identica cifra la ritroviamo alla voce “Acquisto di beni e servizi – previsioni definitive 2015” della tabella “Analisi delle Spese Correnti” del bilancio previsionale 2016, approvato Delibera del Commissario Straordinario n. 88/2016. Cosa vuol dire tutto ciò? Che se la nostra analisi fosse esatta, risulterebbe “gonfiato” il dato iniziale, in modo da ottenere agevolmente un decremento superiore al 10% rispetto a quanto previsto nel 2018 (€ 32.293.053,59). Decremento che, con i dati di partenza correttamente prelevati dal consuntivo 2015, non sarebbe più verificato, e costringerebbe ad una revisione generale del bilancio. Un po’ come quando, per fare un esempio pratico, qualche negoziante poco corretto il giorno prima dell’inizio dei saldi rialza i prezzi dei suoi articoli, per poi far apparire maggiore lo sconto praticato. Ovviamente queste evidenti incongruenze saranno segnalate anche in via ufficiale a chi di dovere, chiedendo una pronta rettifica. Quali le eventuali conseguenze? Non lo sappiamo, ma non cambia molto. Se sarà possibile sanare l’errore, ben venga, ma è bene ricordare che la procedura di riequilibrio, e l’accesso al fondo di rotazione, annunciati trionfalmente dal Sindaco Marino e dai suoi sodali, comportano per l’Ente una serie di prescrizioni rigidissime da rispettare, per tutta la durata del piano (dieci anni), che somigliano tantissimo a quelle del dissesto, a cominciare da tasse e tributi locali da tenere ai massimi consentiti. Quindi, in ogni caso, riequilibrio pluriennale o nuovo dissesto, grazie ai governi scellerati che si sono succeduti in questa città negli ultimi venti anni, per Caserta la luce in fondo al tunnel è ancora molto lontana.

Speranza per Caserta

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