Un “sistema” realizzato da parte di un gruppo di colletti bianchi in grado di incidere “in modo determinante” sull’aggiudicazione di gare d’appalto a favore di imprese predesignate riconducibili a personaggi del clan dei Casalesi. E’ l’accusa al centro dell’inchiesta che ha portato stamane all’esecuzione di 69 ordinanze di custodia. Diciotto gli appalti al centro dell’inchiesta, tra cui lavori alla Mostra d’Oltremare di Napoli e in vari Comuni, opere per una scuola, per l’Azienda regionale diritto allo studio (Adisu), la seconda università di Napoli. Sotto inchiesta anche l’appalto per un impianto di cremazione al cimitero di Pompei e per il nuovo museo archeologico di Alife. Il consigliere regionale Pasquale Sommese, destinatario di una delle misure cautelari, si sarebbe impegnato a garantire il finanziamento di alcuni lavori in cambio di somme di denaro o sostegno elettorale. In alcune circostanze avrebbe indicato espressamente il nome dell’imprenditore che doveva eseguire i lavori, attivandosi poi per l’erogazione dei finanziamenti. Secondo l’accusa, nelle commissioni di gara sarebbero state inserite persone vicine all’ingegnere Guglielmo La Regina, che poi veicolavano gli appalti alle ditte segnalate in cambio di promesse di denaro da corrispondere a sindaci e funzionari degli enti appaltanti. Sommese durante l’arresto sarebbe stato colto da un malore.
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