Il legale della famiglia di Melania Rea, la mamma 29enne di Somma Vesuviana (Napoli) uccisa con 35 coltellate nell’aprile 2011 a Ripe di Civitella del Tronto (Teramo), delitto di cui e’ accusato il marito Salvatore Parolisi, ha depositato oggi una memoria per i Rea come persone offese ed ha confermato che nel procedimento si costituiranno parte civile. ”La genesi dell’uxoricidio – si afferma nella relazione della criminologa Margherita Carlini – e’ dato dal desiderio/necessita’ di possesso”.
Intanto, e’ attesa per le prossime ore la decisione del gip del tribunale di Teramo, Marina Tommolini, sulla richiesta di giudizio abbreviato condizionato a una super-perizia, presentata dai legali di Salvatore Parolisi, accusato di uxoricidio pluriaggravato e attualmente detenuto nella sezione protetti del carcere teramano di Castrogno. Nella relazione che l’avvocato Mauro Gionni ha depositato, la Carlini spiega la genesi e l’identikit del crimine che ”puo’ essere considerato un omicidio di prossimita”’, ovvero quegli omicidi che si consumano in un contesto di relazione. Il rapporto tra Salvatore e Melania e’ basato sul dominio e la possessivita’. Nel momento in cui la donna sceglie di allontanarsi dalla situazione di controllo o di umiliazione nasce un conflitto all’interno della coppia che si trasforma in violenza e puo’ arrivare all’omicidio. Anche nel contesto relazionale Salvatore-Melania si e’ verificato il conflitto. E’ la ribellione della preda che non accetta piu’ le angherie a creare frustrazione sentimenti d’inferiorita’ intollerabili per il soggetto predatore. E allora colui che finora aveva dominato perde la posizione di controllo, vacillano le sue certezze indispensabili per la salvaguardia della sua fragile identita’. Ecco quindi l’azione violenta, come tentativo estremo, di riprendersi uno status quo”.