Sono salve le centinaia di abitazioni costruite negli anni a Casal di Principe in modo abusivo per le quali è sopraggiunta sentenza definitiva di condanna per reati edilizi. É passata infatti in Consiglio regionale la legge che dà la possibilità ai Comuni di acquisire le case abusive e di affittarle o rivenderle ai proprietari sempre che vengano rispettati determinati requisiti, come quello che si tratti di prima case realizzate per necessità da persone che non hanno mezzi o altri alloggi. I requisiti soggettivi e oggettivi per poter accedere al beneficio saranno contenuti nelle linee guide che la Giunta regionale emanerà a settembre. In totale sono quasi 2000 le case edificate a Casal di Principe al di fuori del piano regolatore e degli strumenti urbanistici, resi vigenti solo pochi anni fa; di queste, circa 600 sono state raggiunte da un giudicato che ne ha accertato l’illegittima realizzazione, per oltre 100 è sopravvenuto l’ordine esecutivo di abbattimento. Il Comune retto dal sindaco Renato Natale non ha mai dato seguito a tali provvedimenti, sia per motivi economici visto che ogni demolizione costa circa 120mila euro, sia perché molte case abusive, che andrebbero abbattute, costituiscono prime abitazioni edificate soprattutto da operai, dunque da persone senza grandi mezzi e altre abitazioni. Nei mesi scorsi il Comune di Casal di Principe ha effettuato un’attività di pressione e persuasione verso la Regione, affinché tenesse conto dei casi in cui è oggettivamente ingiusto abbattere un’abitazione, seppur abusiva; solo a Casal di Principe le prime case edificate per necessità rappresentano il 70-80% di tutte quelle abusive. “Il Sì del Consiglio regionale – spiega Gianluca Corvino, assessore al Personale del Comune di Casal di Principe – è una notizia fondamentale per la nostra città e per l’amministrazione, che potrà far cassa affittando o rivendendo le case abusive che rientreranno nei parametri che la Regione individuerà nei prossimi mesi; per i cittadini ci sarà finalmente la possibilità di poter sanare una illegittimità che in molti casi dipende dalla mancanza negli anni scorsi dei piani urbanistici e dei controlli da parte di Comune e altri enti”.