Abbiamo letto con attenzione l’ultimo documento del sindaco Enrico De Cristofaro divulgato attraverso la stampa. Ed è doveroso rispondere. E’ un documento contraddittorio, che nulla toglie e nulla mette al dibattito politico in corso. E ancora una volta elude completamente il merito delle questioni sollevate dalle opposizioni che, nonostante quanto De Cristofaro tenta confusamente di affermare, dal giorno del suo insediamento hanno prodotto una mole non trascurabile di proposte di merito per il miglioramento della città, tutte sistematicamente bocciate in consiglio comunale dalla sua maggioranza. Basta andare ad analizzare le convocazioni e i relativi ordini del giorno. Lo spirito collaborativo delle minoranze è negli atti e nei fatti messi in piedi in questi trecentosessantacinque giorni passati dal turno di ballottaggio. I consiglieri d’opposizione sono andati ben oltre la mera attività di controllo dell’operato della maggioranza, che sarebbe stato del resto fin troppo semplice e limitativo, dato il nulla prodotto per la città. Nel suo ultimo intervento caro sindaco lei attacca il politichese ma ne fa un ampio e strano uso. Prova a mettere nero su bianco una retorica, che si vede chiaramente non essere nelle sue corde. Caro sindaco non è la vecchia politica che le ha dato il ruolo di costruire ma la maggioranza dei cittadini di Aversa, che vanno rispettati. Lei, per restare nel suo campo comunicativo, è l’imprenditore che ha vinto una gara e ora deve realizzare l’opera scegliendo chi far lavorare. I suoi operai in questo anno, ci perdono il giudizio impietoso, non sono stati all’altezza e, pertanto, è giunto il momento di cambiarli. L’azzeramento, che magari come termine non le piacerà, è quindi un presupposto fondamentale per qualsiasi dialogo. La volontà popolare si rispetta e noi del Partito democratico la rispettiamo. Ma non possiamo non sottolineare come in questi ultimi giorni voi abbiate tradito Aversa trasformando una coalizione che doveva essere civica, e che si faceva forte di questo messaggio, in un monocolore di Forza Italia (o se preferisce un termine tecnico monocromatico, di cui comunque, da giovane architetto, mi permetto di segnalarne l’obsolescenza), subordinando gli interessi della città a quelli politici di padrini e padroni in cerca di candidature alle politiche. E non sono queste manovre che sanno di antico? E non è politichese parlare di Utopia. L’Utopia ha bisogno di un progetto, anche irrealizzabile, che naturalmente non c’è. Lei caro sindaco, in questo anno si è arroccato, si è chiuso con i suoi pochi fidati uomini con i quali decide tutto. Ha tradito la fiducia di quelle centinaia di giovani che in campagna elettorale avevano creduto nel suo messaggio. Sindaco al suo messaggio manca concretezza, manca senso della realtà. Caratteristiche che sono totalmente mancate anche al suo modo di amministrare la città. Usa un linguaggio tecnico che può andar bene nel suo campo lavorativo ma la città la fanno i cittadini. Essa si compone di passioni, sentimenti. E’ vita. Se il suo intento era spiegare o semplificare ha miseramente fallito un’altra volta. Lo diciamo con franchezza e trasparenza. Le idee camminano sulle gambe degli uomini. Senza uomini le idee non esistono e peggio non potrebbero diventare azione. Lo sappiamo ha in mente Aversa ma se queste idee, che siamo sicuri saranno grandissime e funzionali allo sviluppo della città, non arrivano agli altri c’è un problema da affrontare prima ancora di qualsiasi dialogo. Il Partito democratico non è interessato a poltrone e giochi di potere ma ribadisce la volontà di essere a disposizione per una svolta che porti benefici alla città. Le nostre cinque priorità le conosce. Il tavolo che lei vuole costruire è una casa costruita dall’ultimo piano. Prima le fondamenta. Caro sindaco è ora di far uscire fuori quello che ha in mente. Con chiarezza e schiettezza.

Francesco Gatto

Segretario Pd Aversa

Direttivo Pd Aversa

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