Sei aziende su sette sanzionate e chiuse provvisoriamente per la presenza di lavoratori in nero. E’ il bilancio dell’ultimi blitz congiunto effettuato dalla Guardia di Finanza di Caserta e dagli ispettori del Lavoro a Santa Maria a Vico, nel Casertano. Ciò che è emerso è la conferma dell’estensione del fenomeno del lavoro nero nel tessuto produttivo della provincia casertana, così come più volte ribadito dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che nei mesi scorsi, ha firmato anche un’intesa con Fiamme Gialle e Ufficio Territoriale del Lavoro per contrastare lo sfruttamento lavorativo e il connesso fenomeno del caporalato. Sotto la lente di ingrandimento dei finanzieri, impegnati con sette pattuglie coordinate dalla Compagnia di Marcianise, e di due ispettori del lavoro, sono finite sette imprese ubicate nella zona industriale; in sei delle aziende controllate, un’officina meccanica, tre operanti nel settore della vendita all’ingrosso di tessuti, due nella commercializzazione di materiale tessile riciclato, sono stati trovati 42 lavoratori di cui 25, tutti italiani, senza contratto, con una media che oscillava dalle 2 alle 7 unità non assunte regolarmente. Per tutte le imprese verbalizzate, oltre ad una sanzione molto elevata, è scattata anche la sospensione delle attività, visto che i lavoratori irregolari superavano la soglia del 20% del totale della manodopera. E’ emerso inoltre che l’officina meccanica esercitava l’attività senza la prescritta Autorizzazione Unica Ambientale (A.U.A.), titolo autorizzativo imprescindibile per le piccole e medie imprese non soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale. Sono così scattati i sigilli ai locali, alle attrezzature ed ai materiali e il titolare è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.

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