E’ sicuramente la città di Salerno il luogo simbolo, la Waterloo, che segna con un tratto indelebile il disastro del Pd in Campania alle elezioni politiche. Nella roccaforte di Vincenzo De Luca, con il figlio Piero candidato alla Camera, i democratici vengono doppiati dai Cinquestelle (scrutinate oltre il 50% delle schede). Il candidato pentastellato Nicola Provenza raggiunge quota 40% mentre il partito di Renzi si ferma attorno al 19%. E De Luca jr. che non va oltre il 25% sommando tutti i voti del centrosinistra. Una batosta storica. Un pugno nello stomaco al Pd ma soprattutto al governatore De Luca. Una catastrofe elettorale che segnala, c’è poco da discutere, il diffuso malcontento popolare verso la fallimentare gestione della Regione Campania. La sconfitta di Piero De Luca in quello che appariva nelle previsioni della vigilia uno dei collegi uninominali più blindati di’Italia per il Pd produce un effetto domino negativo che arriva fino a Caserta. De Luca jr. è il numero uno della lista proporzionale del collegio plurinominale Campania 2 della Camera. Grazie al papà, che è stato lungimirante a parare il culetto del figliolo, il delfino approderà ugualmente in Parlamento. A farne le spese la deputata sammaritana uscente Camilla Sgambato, piazzata al secondo posto della lista in quota Orlando con l’iniziale certezza, tramutatasi via via in amarezza, di essere eletta. La candidata dem avrebbe occupato il posto lasciato libero Piero De Luca in caso di vittoria nel collegio uninominale di Salerno. Ma con la trombatura del primogenito del governatore è sfumata anche la riconferma della Sgambato. Insomma il Pd campano sembra un campo di battaglia. Anzi un cimitero.

Mario De Michele

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