Cosa non farebbe un padre per la figlia. Carmine Vozza ha fatto davvero di tutto. Per ottenere un posto fisso per la figliola Natalia si è addirittura venduto l’anima a quel diavolo, criminale, delinquente seriale di Angelo Brancaccio. Che papà amorevole e premuroso. Per il bene della figlia è sceso a patti con Lucifero. Che gesto d’affetto. Un galantuomo come lui, un professore stimato, si è dovuto inginocchiare ai piedi dell’Imperatore Brancaccio nell’esclusivo interesse della figlia Natalia. Che grazie all’ex sindaco di Orta di Atella il 2 dicembre del 2008 (aveva 29 anni) è stata assunta a tempo indeterminato all’Arpac (Agenzia Regionale per la protezione ambientale della Campania) con qualifica di collaboratore amministrativo professionale esperto. Pur di vedere la figliola “sistemata” Carmine Vozza, allora leader dell’Udc ortese, barattò il posto di lavoro con il suo sostegno politico a quel bandito di Brancaccio. Attendo querele. Ma una volta per tutte presentatele, non annunciatele solo sui marciapiedi, vi pago io l’avvocato. Ecco come andarono i fatti. Brancaccio, che all’epoca faceva parte dell’Udeur, segnalò il nome di Natalia Vozza ad Antonio Fantini, allora segretario regionale campano del partito di Clemente Mastella. Fu lo stesso ex primo cittadino ortese, assieme al suo fidatissimo e ammaestrato cagnolino di compagnia Salvatore Del Prete “Soldinus Magò” (eletto alle comunali di Orta di Atella del 10 giugno nella lista Campania Libera, in appoggio ad Andrea Villano), a recarsi a casa di Fantini per consegnare il curriculum della figlia di Carmine Vozza. Grazie a Brancaccio Padre Pio, Natalia Vozza si piazzò tra i sei vincitori del concorso, al quale parteciparono migliaia di persone. A quei tempi Fantini era strettissimo amico dell’allora direttore generale dell’Arpac, l’ingegner Luciano Capobianco. Non pago Carmine Vozza implorò Brancaccio di far trasferire la figlia dalla sede di Napoli dell’Arpac a quella di Caserta, così avrebbe risparmiato tempo e denari. Anche quella richiesta paterna fu accolta.

Sempre tramite Fantini, Brancaccio chiese e ottenne dall’allora direttore generale dell’Arpac, l’ingegner Luciano Capobianco, il trasferimento di Natalia Vozza dalla città partenopea a Caserta. Carmine Vozza, che persona perbene, che padre d’oro, non si è limitato a regalare un posto fisso alla figlia. Si è politicamente genuflesso, assumendo un posizione a 90 gradi, davanti a Brancaccio anche per incassare un altro posto a tempo indeterminato. Questa volta per il genero Carlo Mozzillo, marito di Natalia. Mozzillo, di cui abbiamo già parlato in un altro articolo (clicca qui per leggerlo) fu assunto al Comune di Orta, dove oggi è dipendente, con un concorso truccato sempre dal pluri-criminale Brancaccio, al quale Carmine Vozza ripeteva in continuazione “tengo famiglia, tengo famiglia, tengo famiglia”. Apprezzatissimo professor Vozza, lei che è un grande stratega della politica, si è mai posto il problema che anche tutti gli altri ortesi tengono famiglia? Sicuramente sì. E non prova un pizzico di vergogna avendo calpestato i diritti dei suoi concittadini pensando solo ai cazzi suoi? Sicuramente no. Infatti ha ancora la faccia di culo di fare politica, chiamiamola così. Da dietro le quinte continua a eterodirigere “Soldinus Magò”. Egregio professor Vozza, se ha figli illegittimi sparsi per il mondo lo dica chiaramente quando si terranno i concorsi per l’assunzione di nuovi dipendenti comunali. Così i giovani di Orta non resteranno ancora una volta delusi per essere rimasti disoccupati per non avere santi in Paradiso. Anzi per aver avuto la dignità e l’onestà di non vendere l’anima al Diavolo-Brancaccio.

Mario De Michele

P.S. Premessa: quel delinquente incallito, ladro e secondo i magistrati camorrista di Angelo Brancaccio a mio modesto parere meriterebbe 3 ergastoli per le sue malefatte ma, sempre a mio modesto parere, tutta quella gentaglia che ha fatto parte del “sistema Brancaccio” e che gli leccava culo e piedi dovrebbe beccarsi proporzionalmente ognuno in base alle proprie ruberie chi 2 ergastoli, chi un ergastolo, chi mezzo ergastolo e via via di questo passo. Solo così giustizia verrebbe veramente fatta. E soltanto così Orta di Atella potrà finalmente tornare un paese “normale” con politici e amministratori in gran parte puliti e trasparenti. Questa è la battaglia mia e di Campania Notizie, che stiamo portando avanti, e lo faremo fino alla fine, anche grazie al pieno sostegno degli uomini della locale stazione dei carabinieri che nella persona dell’impeccabile comandante Antonio Di Resta ci sta fornendo il massimo appoggio per l’affermazione della legalità. Quella vera. Non quella sbandierata a chiacchiere dai candidati alle elezioni comunali. I cittadini ortesi, nella stragrande maggioranza dei casi persone perbenissimo, non si meritano politici e amministratori ladri e malviventi. Hanno già pagato un prezzo altissimo per i crimini commessi in passato da una classe dirigente talmente delinquenziale da far rabbrividire la Banda della Magliana.

P.S. bis. A Carmine Vozza e ai cittadini di Orta vorrei porre una domanda facile facile: due posti di lavoro a tempo indeterminato, cioè due posti fissi a vita, quanti soldi valgono? Lascio a voi la determinazione della cifra.

 

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