Sono ateo. Lo premetto. Ma ho sempre rispettato, lo faccio tuttora e lo farò sempre, i credenti e ho sempre riconosciuto alla Chiesa cattolica un ruolo importante nel tessuto connettivo della società. Io stesso da bambino ho frequentato l’oratorio. E ho trovato, sarò stato anche fortunato, un ambiente dove i i ragazzi potevano apprezzare il valore della fratellanza e del bene comune. Una palestra che mi è servita molto. Nessun pregiudizio quindi. Tutt’altro. Ma con altrettanta convinzione non ho mai digerito le invasioni di campo. A quei tempi imperava la Democrazia cristiana. E i comunisti venivano ancora considerati mangiatori di bambini. Nelle campagne elettorali, di tutti i tipi, sacerdoti e parroci mettevano da parte i Santi e si riempivano le tasche dei santini dei candidati. Tutti rigorosamente della Dc. Un comportamento che non mi è mai piaciuto. Una scelta di campo che fin da ragazzino reputavo inopportuna e penalizzante per il Clero. Il prete, lo prescrivono i testi sacri, si deve occupare delle anime e non degli uomini. Meno che mai di politica. Peggio ancora se dà indicazioni di voto. Alle comunali di Orta di Atella, sia al primo turno che durante la campagna elettorale per il ballottaggio in cui sono in lizza Andrea Villano e Vincenzo Gaudino, sembra essere tornati ai tempi bui della Dc. È notorio, basta chiedere in giro, che don Paolo Gaudino (solo omonimo del candidato sindaco del centrosinistra) in campagna elettorale non sia rimasto a guadare. Come invece avrebbe dovuto. Ha sponsorizzato, magari non troppo apertamente (ma solo quello che non si fa non si sa) Luca Mozzillo, candidato al consiglio comunale nelle fila del Pd ed eletto risultando il primo della lista dem.
Si dirà che il parroco della chiesa di San Massimo Vescovo e la famiglia Mozzillo sono legati da antica amicizia. Nulla da eccepire. Ci mancherebbe. La cosa che non va, a mio parere, è che un sacerdote prenda in qualche modo parte alla contesa elettorale. Perché, come già detto, la sua missione è quella di occuparsi delle anime e non degli uomini. Don Gaudino sicuramente mi smentirà. Ma gli ricordiamo che dire bugie è peccato. Un peccato “bianco”, per carità. Che però verrebbe facilmente smascherato da decine e decine di cittadini. Sono numerose le persone pronte a testimoniare che il parroco si sia impegnato anche per il ballottaggio facendo capire senza peraltro calarlo troppo la sua preferenza per il suo omonimo Vincenzo Gaudino. Da un punto di vista personale è anche comprensibile, ma resta un errore sacerdotale. È acclarata la sua vicinanza ad alcuni candidati e sostenitori dello schieramento composto da Pd, Riformisti e “…Legalità e Giustizia Sociale…” (e altre stronzate così). Durante la sindacatura di Giuseppe Mozzillo don Gaudino ha stretto una fortissima amicizia con l’ex sindaco di Orta, il quale da “non praticante impenitente” è diventato un “fervente osservante” di tutti i riti religiosi. Proprio sotto la gestione Mozzillo, nel 2015, la parrocchia incassò lauti canoni di locazione per aver ospitato per quasi tutto l’anno scolastico gli alunni della scuola dell’obbligo nel centro pastorale in via Marconi. Peccato che l’ex convento delle suore della carità di Santa Giovanna Antida Thouret non fosse per nulla a norma dal punto di vista strutturale per ospitare le aule. Addirittura i bambini per utilizzare i servizi igienici erano costretti ad andare nel cortile. Una situazione insostenibile che scatenò la legittima protesta dei genitori preoccupati per l’incolumità dei propri figli. Un altro legame personale-professionale sembra essersi creato anche con un altro esponente del centrosinistra. Mi riferisco ad Antonio Russo il “Condonatore”, candidato con i Riformisti, che ha più volte pubblicato sulla sua bacheca Facebook il grafico illustrativo dei lavori di ristrutturazione dell’immobile attiguo alla parrocchia, quello che affaccia su via San Donato angolo via Chiesa. Forse ne avrà curato il progetto. Ma non ne ho contezza.
Chiosa doverosa. Negli ultimi giorni della campagna elettorale per il ballottaggio sono circolate voci di ogni tipo. Quelle più insistenti hanno riguardato la consegna di pacchi alimentari da parte di un raggruppamento, e di mozzarelle da parte dello schieramento opposto. Non ci voglio credere. E soprattutto non ho avuto riscontri oggettivi. Per ora nessuna prova schiacciante, ma indagherò. Se fosse vero, più che grave sarebbe vergognoso. Gli ortesi non meritano futuri amministratori così. Vergognatevi.
Mario De Michele