Affari, affari, affari. Soldi, soldi, soldi. Abbiamo l’ennesima conferma, lo andiamo dicendo da tempo, di come il “Sistema Brancaccio” si fondasse sul profitto e l’arricchimento personale. Non solo dell’ex sindaco di Orta di Atella. Ma anche e parimenti della sua cerchia politica e di cortigiani-sciacquetti. Con il coinvolgimento di parenti e familiari come evidenziato già nella prima puntata sulla Gianvin Costruzioni Srl, dove si evince un intreccio sospetto tra affari e politica. Sia chiaro, in questo caso sulla carta si tratta di un’operazione da 700mila euro lecita. Ma sono convinto che la magistratura farà chiarezza sui tanti lati coperti da un inquietante cono d’ombra anche grazie al certosino e incessante lavoro investigativo dei carabinieri di Orta di Atella guidati dall’instancabile comandante Antonio Di Resta. Gli ortesi avevano davvero estremo bisogno di forze dell’ordine in prima linea ogni giorno nonostante il numero degli uomini non sia soddisfacente rispetto ad una città che tra residenti e “abusivi” sfiora i 35mila abitanti.

Torniamo alla Gianvin Costruzioni. Nel 2014 la società ottiene dal Comune di Succivo la concessione edilizia per realizzare un complesso di villette e appartamenti di fronte al campo sportivo. Affare da 700mila euro. Il permesso a costruire, regolare almeno sulla carta, prevede anche altri immobili che però non vengono realizzati. Ma lasciamo stare. Diciamo che è tutto legittimo. Quello che mi ha fatto letteralmente sobbalzare dalla sedia è l’assetto societario della Gianvin Costruzioni (scaricate le visure in calce all’articolo). È stata costituita il 12 giugno 2008 con sede sociale a Frattamaggiore in via Leopardi n. 12. Amministratore unico Giuseppe Piccirillo. Il cognome vi dice qualcosa? E sì. È il padre di Francesco Gianfranco Piccirillo (Gian sta per Gianfranco? Ma no), ex addetto stampa-assessore-uomo di fiducia-amico-fedelissimo dell’ex sindaco di Orta. Dal luglio 2011 diventato, dopo essere stato folgorato sulla via Damasco, anti-brancacciano a mesi alterni. Ed oggi factotum dell’eurodeputato Nicola Caputo, esponente di spicco del Pd ortese e agguerritissimo sostenitore oltre che cliente dell’avvocato Vincenzo Gaudino, candidato sindaco sconfitto da Andrea Villano al ballottaggio per la carica di primo cittadino. Al padre di Piccirillo, lavoratore onesto e persona perbene che a quanto ci risulta non ha mai fatto l’imprenditore in vita sua, si affianca il 22 settembre 2008 un altro amministratore della società. Questo nome vi è già noto perché pubblicato su Campania Notizie nel precedente articolo sulla Gianvin Costruzioni. Si tratta di Antonio Mozzillo, fratello di Giuseppe Mozzillo, ex sindaco ortese, anche lui ex assessore-uomo di fiducia-amico-fedelissimo, oggi esponente politico di fatto del Pd, impegnato alle comunali a sostegno del centrosinistra e di Gaudino.

Il capitale sociale della Gianvin Costruzioni è di 100mila euro. Il socio unico è tale Giovanni D’Addio, proprietario dell’intera società, personaggio non rilevato dai nostri radar. Chi è? Cosa fa? Lanciamo la palla agli inquirenti. Il 17 novembre del 2008 la ditta trasferisce la sede sociale in via Plauto n. 31 a Sant’Arpino abbandonando la Camera di Commercio di Napoli per iscriversi a quella di Caserta. Andiamo avanti veloce e fermiamoci al 2014. In quell’anno avviene (approfondiremo) un probabile passaggio di quote societarie tra Mozzillo e D’Addio. Successivamente come d’incanto lo sconosciuto D’Addio torna a essere il proprietario unico della Gianvin Costruzioni. Per scovare un terzo nome famoso dobbiamo fare un balzo in avanti. Arriviamo al 16 dicembre del 2016. E cosa scopriamo? Ci accorgiamo che ai due amministratori Giuseppe Piccirillo e Antonio Mozzillo subentra l’amministratore unico Rosa Improta. E chi è Rosa Improta? La moglie di Angelo Brancaccio. Nell’aprile del 2017 il complesso immobiliare di Succivo è stato venduto dalla Gianvin Costruzioni ad una società immobiliare di Frattaminore riconducibile allo studio tecnico Papa. Compravendita del valore di circa 700mila euro. Rogito stipulato presso un notaio con studio a San Nicola la Strada. E il cerchio si chiude.

Egregio Francesco Gianfranco Piccirillo, lei da tempo pretende le mie scuse. Mi permetto di sottoporre alla sua attenzione una domanda: tra me e lei chi è tenuto a chiedere scusa? Come sempre mi affido al giudizio dei cittadini. Soprattutto perché sono loro la parte offesa cui vanno rivolte quanto meno le scuse (ma non bastano) da parte di quei politici ortesi che si sono “mangiati” il territorio.

Mario De Michele

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