Ora è davvero troppo. Mi sono rotto i coglioni. Ho tollerato un ventennio di presa per il culo. Ho assistito in silenzio, colpa che non espierò mai, a stomachevoli festival dell’ipocrisia. Anni di manifestazioni di facciata per rifarsi una verginità dopo anni e anni dediti al meretricio politico finalizzato soltanto a farsi i cazzi propri. Adesso basta. L’occasione per vomitare tutto il mio represso disprezzo (ripeto, ho sbagliato a non parlarne prima e non invoco indulti) è il conferimento del Premio alla Legalità ad Elpidio Iorio. Il direttore generale di PulciNellaMente sarà insignito del prestigioso riconoscimento nell’ambito della presentazione del volume “In memoria di Federico de Pandis – Affetti, Ricordi, Testimonianze” a cura di Antonio e Bice de Pandis ed Elena Cubellis. L’iniziativa, promossa dall’associazione socio-culturale “Alto Casertano”, si tiene a Riardo. Tra gli interventi quelli di Giorgio Magliocca, presidente Provincia di Caserta, e di Alfonso Piscitelli, presidente della Commissione Affari Istituzionali del consiglio regionale della Campania. Quando ho appreso che Elpidio Iorio avrebbe ricevuto un premio alla legalità è esplosa la mia rabbia. È la conferma, mi sono detto, che viviamo nel mondo all’incontrario. Cosa c’entra il “padre” di PulciNellaMente con l’onestà e la dirittura morale? E mi è sorto il dubbio che si trattasse di un caso di omonimia. Poi ho saputo che si tratta proprio di quello stesso Iorio che da anni è dipendente, con contratto a tempo indeterminato, della Società partecipata Acquedotti S.c.p.a. (socio di maggioranza il Comune di Orta di Atella), dove è stato assunto grazie alla raccomandazione-imposizione dell’ex sindaco Angelo Brancaccio, condannato in primo grado a 8 anni per essere un camorrista. Negli anni in cui l’ex primo cittadino era un Padreterno, tale Iorio era un suo fedelissimo. Per essere precisi era uno dei principali commensali al tavolo delle grandi abbuffate politiche.
Il fondatore e “proprietario” dell’associazione Colibrì di Sant’Arpino ha sempre vissuto di politica. Giammai intesa come “servizio al cittadino” ma solo come “servizio a se stesso”. Già in tenera età ha ricoperto la carica ben retribuita di assessore comunale. Nel quadriennio 2001-2004 è stato nominato responsabile della comunicazione del Consorzio GeoEco, meglio ancora remunerato, grazie ad un’altra raccomandazione-imposizione di Brancaccio. Quando l’ex sindaco ortese è stato eletto consigliere regionale (nel maggio 2007 fu arrestato per peculato) Iorio è entrato a far parte della sua segreteria. Anche in questo caso intascando un bel po’ di soldi al mese. Nel frattempo la rassegna PulciNellaMente cresce, ed è un fatto meritevole. Ma di pari passo aumentano anche i contributi pubblici e gli introiti della sua “associazione-società” Colibrì, sempre tenuta debitamente in considerazione dalle amministrazioni comunali fin dal lontano 1998. Ma l’exploit di fondi si registra nel quinquennio 2008-2012. In quel periodo Iorio è assessore ai Lavori pubblici della giunta guidata da Eugenio Di Santo, poi condannato nel 2015 per tentata induzione alla concussione per aver chiesto al titolare dell’allora ditta per la refezione scolastica un braccialetto “Tennis”. Durante il suo mandato di assessore, circa 5 anni, l’associazione Colibrì di cui Iorio, ripetiamo, è “socio unico”, ha incamerato dal Comune di Sant’Arpino la bellezza di 30mila euro. Euro più, euro meno. Sulla carta, cioè sui verbali delle delibere di stanziamento dei fondi, Iorio risulta essere assente. In realtà era di fatto presente in quanto non si allontanava dalla stanza. Ho testimoni oculari tra cui il sindaco e alcuni degli assessori dell’epoca. Nelle stesse delibere la giunta demandava al responsabile del Servizio Cultura “l’adozione dei consequenziali atti gestionali, previa acquisizione della necessaria documentazione contabile di rendicontazione”. Bene. Potremmo dare un’occhiata ai rendiconti?
C’è un’altra chicca che approfondirò nelle prossime puntate. A quanto pare, ai tempi del boom edilizio ad Orta di Atella, Iorio avrebbe acquistato un’abitazione a prezzi stracciati proprio nella città atellana. Per il tramite di chi? Di Brancaccio, ovvio. Detto questo mi permetto di proporre all’associazione socio-culturale “Alto Casertano” il conferimento del Premio alla Legalità non già ad Elpidio Iorio ma ad Angelo Brancaccio. Se lo merita molto di più.
Mario De Michele