Nel regno delle bugie gli ipocriti sono i depositari della verità. Sono “coglioni da tastiera” che su Facebook pontificano e puntano l’indice contro questo o quello. Sparano sentenze. Sono lapidari. Scrivono sulla lavagna social i nomi dei buoni e dei cattivi. Ovviamente i buoni sono loro. I cattivi gli altri. Ma dimenticano i propri trascorsi. Passato e presente. Sono strenui difensori della legalità. Solo se la devono rispettare gli altri. L’incarnazione dei Torquemada 4.0 è Lorenzo Dell’Aversana, fratello del sindaco di Sant’Arpino Giuseppe Dell’Aversana “Il Legalitario”. Il germano del primo cittadino quando è dietro al monitor è senza freni. E ne ha per tutti. Giudizi sprezzanti. Senza appello. In passato è stato impietoso con personaggi illustri. Ad esempio ha “distrutto” tramite Fb tre ex sindaci. Quelli di Sant’Arpino (non il fratello, è unto dal Signore), Gricignano e Orta di Atella. Eugenio Di Santo, ex primo cittadino santarpinese, è diventato il suo bersaglio preferito da quando il fratello Giuseppe è tornato in campo. Gliene ha dette di tutti i colori. Idem con Andrea Lettieri, ex primo cittadino di Gricignano. Peggio ancora nel caso del sindaco di Orta di Atella Angelo Brancaccio. Per carità, lungi da noi difendere politici protagonisti di vicissitudini giudiziarie. Di Santo è stato condannato per tentata induzione alla concussione e va certamente additato per un grave reato. Lettieri è sotto processo per reati di camorra legati al caso “Gmc”. Giustissimo criticarlo. Non ne parliamo di Brancaccio. Condannato a 8 anni e tuttora in carcere per 416 bis. Tutti e tre da biasimare. Ci mancherebbe altro.
Ma lo possono fare tutti fuorché Lorenzo Dell’Aversana. Lui dovrebbe almeno avere il buon gusto di tacere. Negli anni in cui Di Santo, Lettieri e Brancaccio erano sulla cresta dell’onda, uomini e politici potenti il fratello del sindaco Dell’Aversana ha fatto affari d’oro anche grazie a loro. Il Torquemada 4.0 Lorenzo Dell’Aversana ha dimenticato quanti quadri, libri e oggetti di valore ha venduto ai tre delinquenti? Non ricorda forse quanti soldini ha intascato sfruttando anche i rapporti tra gli allora tre sindaci e il fratello che a quei tempi era primo cittadino di Sant’Arpino? Nulla di male se non fosse che non ha mai emesso fattura. Mai uno straccio di ricevuta. Nulla di nulla. Tutti soldi presi a nero. Alla faccia della legalità. E del Fisco. Egregio signor Lorenzo Dell’Aversana, non sbraiti contro di noi su Fb per questo articolo. Si rechi immediatamente dall’avvocato per sporgere querela. Saremo ben lieti di approfondire l’argomento in aula. Con tanto di testimoni oculari. Poi vedremo chi scriverà il post sull’esito del querela.
Mario De Michele
P.S. Ripropongo per la sesta volta lo stesso post scriptum. In via Pennacchio davanti all’entrata della casa del sindaco Giuseppe Dell’Aversana ci sono ancora delle fioriere in pietra sia sul marciapiede sia addirittura in strada con evidente violazione delle più elementari norme di sicurezza stradale e pedonale. Inoltre sul marciapiede sono posti enormi pali in pietra. La legge prevede che debbano essere coperti da assicurazione. C’è la copertura assicurativa? Egregio Lucio Falace, comandante dei vigili urbani di Sant’Arpino, se c’è batta un colpo. Lo faccia anche lei illustre assessore a Viabilità e Sicurezza Giovanni D’Errico “Baci e Abbracci”. Resto ancora in attesa anche dell’intervento del presidente della commissione Trasparenza Imma Quattromani. Finora è rimasta con le mani in mano. Posizione scomoda.