Il capo della Cupola politico-affaristica che ha prodotto il sacco edilizio era lui: Angelo Brancaccio. I bracci operativi erano i politici a lui vicini e i tecnici del Comune di Orta di Atella. Un groviglio malavitoso. Un gomitolo di corrotti, tangentisti e camorristi. La trama svelata dal pentito dei Casalesi Orlando Lucariello sarebbe la sceneggiatura perfetta di un gangster movie mozzafiato. Intermezzato da scene da film d’azione e thriller. Primi attori sindaci, amministratori e tecnici. Dietro le quinte le cosche camorristiche. Quelle dei Casalesi, dei Mallardo di Giugliano, dei Verde di Sant’Antimo, dei Moccia di Afragola. Vittime sacrificali gli ortesi. Gente perbene soffocata da una pioggia di cemento. Dopo il lungo temporale è spuntata “Orta 2”. Mi chiedo ancora e lo farò sempre come sia stato possibile che nessuna delle autorità competenti abbia visto. Che la macchina della giustizia si sia messa in moto solo a cose fatte. E soprattutto come sia concepibile che a pagare per quel disastro sia una sola persona. Il capo della Cupola. E basta. E i bracci operativi? I politici e i tecnici corrotti e collusi? Sono tutti a piede libero. Pazzesco. E vergognoso. Il rosario del crimine sgranato da Lucariello contiene nomi e cognomi. Descrive fatti e circostanze del boom edilizio. “In merito al responsabile dell’ufficio tecnico Iovinella Nicola – dichiara il collaboratore di giustizia ai pm della Dda di Napoli – posso riferire che lo stesso lavorava ed era persona a nostra disposizione in ordine al rilascio di permessi di costruire in favore degli imprenditori”.

Secondo il pentito il geometra Nicola Iovinella “Un saluto e un sorriso”, plenipotenziario dell’ufficio tecnico comunale ai tempi del sacco della città, sarebbe stato un tangentista incallito. Sistematico. “Tra l’altro – dice Lucariello – attraverso Michele Aletta, – spiega Lucariello – mio cognato Mundo Salvatore (alias “Il Mister”, referente dei Casalesi a Succivo, ndr) in alcune occasioni mi diceva che il geometra Iovinella chiedeva somme di danaro che gli sono state dai singoli imprenditori…”. A detta del collaboratore di giustizia in sostanza Iovinella faceva soldi a palate. Ma chi è Orlando Lucariello? È l’elemento chiave alla base dell’ordinanza che portò il 13 giugno del 2017 all’arresto di Angelo Brancaccio. L’ex sindaco di Orta di Atella, tuttora in carcere, è stato condannato l’11 gennaio di quest’anno a 8 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso. E tutti gli altri componenti della Cupola? Il membri del “partito dei tecnici”? I politici fedelissimi di Brancaccio, quelli ad esempio chiamati “Scotch” perché sempre attaccati all’ex primo cittadino come il nastro adesivo? Tutti in libertà. E in gran parte oggi con ruoli di primo piano nelle istituzioni e nel mondo politico. Si sono redenti? Macché. “A cosa non spingi i cuori degli uomini o esecrabile fame dell’oro!”. Egregio professore Carmine Vozza visto che con l’italiano ha mostrato qualche lacuna immagino che non vada meglio in latino. Ho ripreso un verso di Virgilio che calza alla perfezione ai criminali devastatori di Orta di Atella. Non è un’offesa rivolta a lei. Ci mancherebbe. Lei non ha mai intascato tangenti. Grazie a Brancaccio ha soltanto beneficiato di tre posti di lavoro a tempo indeterminato per sua figlia, suo genero e suo nipote. È un vero galantuomo. Un “saluto e un sorriso”.

Mario De Michele

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